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Mad Max: Fury Road

Regia di George Miller vedi scheda film

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La recensione su Mad Max: Fury Road

di M Valdemar
10 stelle

 

locandina

Mad Max: Fury Road (2015): locandina



Valhalla's burning.

La dannata strada per utopici mondi verdi è lunga, letale, polverosa e cosparsa di torbidi liquami ematici, nere miscele distruttrici, esal(t)azioni tossiche e senza speranza alcuna. L'unica via, per la sopravvivenza (parola della "sacca di sangue" chiamata Max, «un uomo ridotto ad un unico istinto: sopravvivere»), è il ritorno. Abbracciando la causa (una causa, dai tratti femminei e residuali sfumature di ribellione-libertà: l'Imperatrice Furiosa e le sue protette), accettando i propri demoni, sfidando un destino che sembra (di)segnato come scuro mosaico di ombre e morte sulla sabbia dorata; e con l'unica arma a disposizione, quella che ti impone di (re)agire anche mentre dentro e tutt'attorno è solo desolazione e miseria: la follia.
E folle è George Miller: questo suo Mad Max: Fury Road - remake, reboot, midquel o qualsiasivoglia altro diavolo di termine, esercizio inutile quanto piantare un seme in lande desertiche - è permeato da una forza brutale ispirata e scientemente insana che lo rende un incendiario componimento epico. Pura poesia in movimento che prende l'action, il post-apocalittico, il western, il revenge movie e ne fa ottani con cui far detonare il racconto.

scena

Mad Max: Fury Road (2015): scena

 

Charlize Theron, Tom Hardy

Mad Max: Fury Road (2015): Charlize Theron, Tom Hardy


Ogni cosa brucia, letteralmente e metaforicamente: l'aria e la dimensione morale (il sottofondo, e il passato che non vediamo se non in brevissimi frammenti o in allucinanti forme fantasmatiche, attengono a cupi scenari e pensieri rivolti lucidamente all'oggi), i veicoli vestiti per la guerra e i fantocci di carne ossa e escrescenze purulente (si sa: le conseguenze della devastazione), il ritmo (che deflagra in una sorta di sospensione dei codice temporali) e l'arimetica dell'etica filmica, l'estetica (deviata su deviati registri trash) e la grammatica sonora (frantumata), le barriere della fisica e leggi della dinamica.

Tutto è sovraeccitato, oltre l'immaginazione (la nostra, quella dei comuni mortali), costruito per (de)costruire lo spettacolo a mitragliate di genialate a ripetizione. Non si (rac)contano le sequenze che tolgono fiato, fanno schizzare arterie ed estraggono pulviscono cerebrale per la bellezza e la perfezione cinetica (la tempesta di sabbia, gli impazziti inseguimenti e scontri a fuoco nel bel mezzo del deserto, i corpo a corpo, le scene di massa): vanno viste e vissute, dentro lo schermo.




E se ambienti e scenografie e corpi (di qualsiasi natura) paiono reali(stici) teatri dell'azione (e dell'assurdo), come documenti filmati di un universo parallelo ma tremendamente possibile nelle sue rovinose fondamenta, è perché la mdp traccia traiettorie magistrali nell'iperspazio cinematografico, il montaggio è d'una (luci)ferina magnificenza e l'arte dell'illuminazione catture vette di lirismo ora infernale (gl'infiniti deserti) ora lunare (la notte-limbo virata s'un blu livido) ora macabro (l'ex terra promessa ora paludosa dimora di neri torvi corvi).

A dare, come dire, un tono al film (e i toni sono quelli degli esplosivi terroristici assalti sonori di Junkie XL che trapanano cuore cranio occhi) è un'iconografia sublime e irresistibile, che risiede negli assortiti "abiti di scena", nei dettagli che non ti fai sfuggire (la cintura di castità dentata, i teschi disegnati ovunque, i volanti personalizzati, la museruola di Max, le armi da fuoco), nelle auto e nei mezzi di vario genere, nei "figli della guerra" che pestano su batterie e nel rossovestito tizio schizzato (un po' mummia un po' Marilyn Manson un po' fuori come il principe degli strafatti) che imbraccia e suona una chitarra sputafuoco appeso a delle corde sulla parte anteriore di una specie di grosso veicolo-circo ...
Un freak show popolato di personaggi meravigliosamente folli (memorabile il «Oh what a day! What a lovely day!» proferito da un incredibile Nicholas Hoult in preda a deliri di gloria e Valhalla), di ninfette candide che mai avresti immaginato in luoghi così in mezzo a gente così (sono le "regine" del cattivissimo Immortan Joe, "coltivate" per procreare bambini perfetti, intepretate dalle splendide modelle-attrici Rosie Huntington-Whiteley, Zoë Kravitz, Abbey Lee, Riley Keough e Courtney Eaton), di "madri" (la tribù Vuvalini) che non vedono esattamente di buon occhio gli uomini («ricorda: un uomo, un colpo») ma che si rivelano preziose alleate.
Ed infine, loro (che coppia magnifica!): Max (così si presenta nell'oscuro incipit: «il mio mondo è fuoco e sangue»), reietto con tragedia alle spalle e presente di fantasmi assillanti (i maledetti sensi di colpa), e l'Imperatrice Furiosa, strappata alla propria terra e ai propri cari e desiderosa di vendetta così come di portare in salvo le innocenti giovani donne. Un incrocio il loro, che parte da un corpo a corpo da manuale per terminare con una strana cobelligeranza che avrà un'evoluzione credibile (ultima inquadratura compresa).

Charlize Theron

Mad Max: Fury Road (2015): Charlize Theron

 

Tom Hardy

Mad Max: Fury Road (2015): Tom Hardy

 

Nicholas Hoult, Courtney Eaton, Riley Keough, Charlize Theron, Abbey Lee

Mad Max: Fury Road (2015): Nicholas Hoult, Courtney Eaton, Riley Keough, Charlize Theron, Abbey Lee


Ora, se Max è Tom Hardy, perfetto nell'improbo compito di indossare quei mitici indimenticabili panni (il physique du rôle, certo, ma anche un'intensità interpretativa già ampiamente mostrata altrove), a divorarsi il film e colpire (al cuore, mortalmente) è la Furiosa (l'opera stessa ne dà maggior risalto e spessore, giustamente) caratterizzata da Charlize Theron. Testa rasata, braccio meccanico, attitudine "imperialmente" incazzata-cazzuta, occhi-mondo liquidi abitati da spettri, ombre e impetusosa carica eversiva: Dea destinata a dominare.
Come questo Mad Max: Fury Road tra gli action (i "blockbuster" tutti) a venire.








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Ultimi commenti

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  2. maurri 63
    di maurri 63

    ....ai tempi, certo, lo vidi anch'io. E diverse volte, perché le tv private trasmettevano spesso la saga di Interceptor. Tuttavia, ogni cosa ha il suo tempo e se c'è una cosa che non perdono a questo new-Miller-Mad è, onestamente, l'avermi fatto sentire vecchio: e, ma dai, diciamolo, vecchio è questo cinema. Si sa: la fantascienza invecchia presto (ho rivisto ieri i primi due episodi originali della saga e li ho trovati mosci, soprattutto scarni), tuttavia mi sembra che la galleria di personaggi del tempo che fu era più ricca, più calibrata, mentre qui (come ben hai ricordato tu) sono più citazioni (Marylin Manson compreso...) che veri e propri caratteri. In linea di massima, posso capire il tuo entusiasmo: ma odio - per davvero - tutti quelli che "sono fatti di ferro". E' davvero mai possibile che prendono tutte quelle mazzate e non muoiono mai ? Ecco: a me questo fa abbassare decisamente le stellette . Ps va beh, è "il suo successo", va beh, farà ancora altri soldi, però...cxxx, Miller: per ogni piccola idea ci dai serial, sequel, reebot ecc. Adesso, magari, mi aspetto "Figlio di Babe"....

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      Eh ma del "Babe" non si butta via niente, no?
      Scherzi a parte, vecchio dovrei sentirmi anch'io, ché mi ricordo benissimo quando passavano spesso in tv (Italia 1 soprattutto) la trilogia ... Ma in realtà no: questo mastodontico lercio riff suonato da Miller è nuova linfa vitale; e, se veramente lo si può definire "cinema vecchio", allora auguriamoci altre perle di cinema vecchio così!

  3. Utente rimosso (Cantagallo)
    di Utente rimosso (Cantagallo)

    L'ho approcciato stasera con una certa cautela ma, come scrivevo anche ad @amandagriss, mi ha totalmente conquistata, è un film semplicemente strepitoso, io non sono appassionata di action movie ma questo è cinema talmente potente che va oltre il genere. Tra i tanti pregi che hai ben descritto mi ha colpito particolarmente la quantità e l'attenzione per i dettagli, che riescono a creare una suggestione d'ambiente per cui nulla, ma proprio nulla di quel delirio infernale sembra finto. E' un film pensato per lasciare il segno anche al di là del (gran) divertimento, avevate ragione, che spettacolo! Ciao

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      Sintesi perfetta. Si tratta di puro "cinema talmente potente che va oltre il genere". Guarda, se ti volessi male ti inviterei a vedere il tanto strombazzato "capolavoro" Fast & Furious 7 per fare un (impietoso) confronto ...

    2. filobus
      di filobus

      vero, tanti dettagli, cui non viene dato spazio, non sono descrittivi nè descritti, restano all'angolo della percezione mentre è l'azione a essere privilegiata.
      Il film di fatto non ha momenti di respiro e di accellerata, ma di pausa e movimento frenetico. Non so se mi sono spiegato e capito! :-)

    3. Utente rimosso (Cantagallo)
      di Utente rimosso (Cantagallo)

      @filobus: l'attenzione per i particolari in un film come questo non è molto comune, le invenzioni non si contano e testimoniano un'eccezionale generosità creativa. Poi è chiaro che l'azione rimane fondamentale, ma così ben allestita e circostanziata assume una concretezza che non può non colpire. Ciao

  4. filobus
    di filobus

    Bello, per certi versi mi ha entusiasmato ma anche un po' estenutato. Ma senz'altro valido.

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      Una visione che "riempie", certo, che estenui personalmente no (e l'ho già visto tre volte).

  5. vjarkiv
    di vjarkiv

    Concordo con quello che hai scritto, a parte la valutazione sull'interpretazione di Hardy (per altri versi ottimo attore) che paradossalmente mi è sembrata un pò "lenta" nel "veloce" turbinio filmico! Al contrario della Theron vera eroina del film!

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      Lenta, e quasi un po' "fuori posto" come è il suo personaggio, d'altronde. Anche per questo risalta ancor di più la figura e l'aura eroica di Furiosa. Già scolpita nell'immaginario cinematografico, già mito.

  6. omero sala
    di omero sala

    Splendida recensione. Condivido anche le virgole. Mi piace l'uso che fai delle parentesi per dare bivalenza a termini, ovviamente ben scelti, che si prestano.
    Grazie.

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      Grazie a te per aver letto e apprezzato le mie parole. Un film del genere (assieme a Blackhat il titolo dell'anno per me) merita tutti gli elogi possibili. Un saluto.

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