Regia di Dziga Vertov vedi scheda film
Non lo definirei un documentario, ma un cortometraggio celebrativo della Rivoluzione Russa. E' costituito da un montaggio abbastanza amorfo di spezzoni di pellicola di avvenimenti reali, e secondo me poco essenziali. Non occorre quasi specificare - visti gli intenti dell'opera - che è un film didascalico, ma aggiungo che lo è anche nel senso più letterale: le schermate con le didascalie sono appena un po' di meno di quelle con le immagini.
Devo anche dire che la Dziga Vertov semplifica fino all'eccesso quelli che furono gli avvenimenti che portarono appunto alla rivoluzione, e li ingabbia nella più rigida dialettica marxista: le masse oppresse dal regime zarista ormai allo sfacelo, sollevazione delle masse unite e abbattimento dello zar, l'esercito che solidarizza spontaneamente col popolo, instaurazione di un regime democratico di libertà gestito dal popolo (che è il vero detentore del potere). Non si fa parola delle varie fazioni che si contendevano il potere (bolscevichi, menscevichi, bianchi, anarchici...), e della prevalenza finale dei bolscevichi, che erano in fondo una minoranza. Tant'è che, dopo il ritiro dalla Prima Guerra Mondiale, la Russia Sovietica conobbe quasi cinque anni di guerra civile. Incredibilmente non si nomina neppure Lenin (ma si vede in un'inquadratura?), ma solo alcuni politici e il capo del nuovo governo bolscevico.
La qualità delle immagini è molto bassa per il deterioramento della pellicola, che del resto veniva girata a mano. Diciamo che, se non ha valore come documentario, ne ha un po' come testimonianza di un'epoca e come esempio di cinema di regime, monolitico e senza sfumature.
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