Regia di Franco Rossi vedi scheda film
Nel Venezuela del 1890 due missionari piuttosto energici difendono la popolazione dai soprusi dei potenti, predicando il Vangelo e praticando il cazzotto. Bud e Terence in grande spolvero, un'interminabile scazzottata iniziale, un po'di politica e tante gags divertenti. Voto 6 e mezzo.
Ispirandosi in parte al successo "La mano sinistra di Dio" in cui il missionario molto sui generis Humphrey Bogart dava del filo da torcere ai violenti che intendevano imporre i loro soprusi all'inerme popolazione di un villaggio, Franco Rossi realizza una pellicola piena di comicità ma non di pura evasione; inserisce qualche riferimento politico alla "Teologia della liberazione", la corrente di pensiero nata in Sud-America pochi anni prima della realizzazione del film che intendeva armonizzare socialismo e Vangelo; tratteggia dei cattivi veramente malvagi, per di più in ruoli istituzionali, nei confronti dei quali gli sganassoni al fulmicotone fanno sì piuttosto male, ma non possono avere la stessa efficacia risolutiva che hanno negli altri titoli più spensierati del duo di protagonisti. Con il suo Padre Pedro, Bud esplora le potenzialità terapeutiche del suo celebre pugnazzo a martello, perfezionandone le applicazioni in ambito anestesiologico; ricorre a tutti i suoi santi per evitare di perdere la pazienza di fronte a un'odiosa sottrazione di pranzetto a mano armata; infine aderisce a una veglia di preghiera e, soprattutto, di digiuno, in maniera non proprio ortodossa, perchè lo spirito è pronto, ma la carne è debole (e il tacchino arrosto è invitante). Terence, nel ruolo di Padre G., allergico ai prepotenti e sempre pronto a farsi saltare la mosca al naso di fronte ad un'ingiustizia, si produce in acrobazie notevoli e in una frenetica e spassosissima "timbrata" generale dei cattivissimi (e contusissimi) scagnozzi del governatore; infine elabora un peculiare catechismo che ribalta il 7°comandamento nel caso si parli di beni del governatore stesso; Terence si ricorderà dell'outfit indossato per questo film (tonaca aperta e svolazzante e basco in testa, un po' garibaldino un po' cheguevariano), con un'opportuna variazione cromatica, quando interpreterà, molti anni dopo, Don Matteo. Nel campo dei cattivi troviamo, nella parte del perfido Gonzaga, l'ottimo Robert Loggia, caratterista in "Scarface" e in tanti altri successi hollywoodiani, e, tra i suoi bravacci, uno dei bersagli preferiti di Bud e Terence, il brizzolato Riccardo Pizzuti. I fratelli De Angelis creano una simpatica colonna sonora dai toni caraibico-sudamericani, alla quale si sovrappone irresistibilmente il ritmo aggiuntivo, ovviamente a base di percussioni, delle scazzottate del formidabile duo.
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