Regia di Giacomo Gentilomo vedi scheda film
Per convenienza Elena sposa Andrea, pur amando Antonio, che però è andato a fare il medico in Africa. Andrea ben presto scopre l’inghippo e quando Antonio si rifà vivo la situazione degenera.
Giacomo Gentilomo cominciò a dirigere pellicole alla fine degli anni Trenta, producendo una serie di lavori ‘popolari’ perfettamente in linea con i dettami del regime in voga all’epoca; ciò significa che, quando si accinge a girare un melodramma strappalacrime come Appassionatamente, nel 1954, il Nostro già sa perfettamente come muoversi. Il risultato infatti non delude: il film è semplice nella sua struttura, con qualche colpo di scena ben calcolato e tanti sentimenti forti, ma soprattutto contribuiscono alla sua riuscita le scelte di casting. Se Andrea Checchi è un ottimo elemento per un lavoro di questo stampo, naturalmente Amedeo Nazzari lo è a maggior ragione ancora; frequentatore assiduo del genere, forma qui con la giovane (e quotata) Myriam Bru una buonissima coppia di protagonisti, attorno alla quale si possono trovare, fra gli altri, anche Umberto Melnati, Vera Carmi, Isa Barzizza e il futuro regista Giorgio De Lullo. Fra i limiti dell’opera va naturalmente citato l’eccesso di pathos, che è però, come detto, uno degli elementi strutturali per questo tipo di pellicole, d’altronde ormai troppo legate a un cinema che fu e prossime pertanto all’estinzione, superate dall’arrivo della commedia e dell’aria spensierata del boom economico. Oggi una storia simile (sceneggiatura: Liana Ferri, Leonardo Benvenuti e Sandro Continenza), fra matrimoni di convenienza e passioni che consumano, sa perfino di antico e fa appena sorridere. 3,5/10.
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