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Inch'Allah

Regia di Anaïs Barbeau-Lavalette vedi scheda film

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La recensione su Inch'Allah

di stefanocapasso
7 stelle

Chloe, giovane ostetrica canadese, vive due vite quasi agli opposti. Di sera dorme a Tel Aviv nella sua casa, e si vede con la sua compagna, soldato dell’esercito Israeliano, di giorno lavoro presso un ambulatorio in uno dei campi profughi palestinese. Segue in particolare la gravidanza di Rand e ha una storia col fratello Faisal. Quando gli eventi cominciano a precipitare Chloe sente di dovere fare una scelta di campo.

Film drammatico di Anaïs Barbeau-Lavalette su un tema ben conosciuto che trova la sua peculiarità nella posizione, peraltro non insolita, della protagonista che è divisa dagli affetti che coltiva di qua e di la del muro. Lavalette usa una profondità di campo ridotta e camera a mano per esaltare le condizioni di estrema incertezza delle persone che vivono in quella situazione. I protagonisti tutti trovano negli affetti perduti o cercati il punto di debolezza che li rende manovrabili in un contesto di guerriglia a tutto campo. E in nome di questi affetti prendono decisioni drammatiche senza avere alternative, finendo per rimanere vittime inconsapevoli di una macchina estremamente più grande di loro

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