Espandi menu
cerca
Il ponte sul fiume Kwai

Regia di David Lean vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Carlo Ceruti

Carlo Ceruti

Iscritto dal 16 maggio 2004 Vai al suo profilo
  • Seguaci 37
  • Post -
  • Recensioni 3834
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il ponte sul fiume Kwai

di Carlo Ceruti
10 stelle

Lo considero tuttora il mio film di guerra preferito. Perché è capace di comunicare alla mente senza trascurare il cuore e di fondere il messaggio dell'autore senza trascurare il lato spettacolare.
Il ponte sul fiume Kwai si può leggere in molti modi. Quello che più salta all'occhio, però, è la guerra intesa come moto d'orgoglio, come indomito desiderio di prevalere sull'avversario non per ragioni nazionalistiche, ma per compensare le proprie insicurezze, le proprie paure, la propria cocciutaggine insomma. Lo si comprende dalla battaglia che muove il tenente colonnello inglese Nicholson (Alec Guinness) contro il comandante del campo di prigionia giapponese dov'è rinchiuso: il colonnello giapponese Saito (Sessue Hayakawa). Il secondo vuol far costruire agli inglesi un ponte mentre il primo vuole che gli ufficiali inglesi non lavorino. E' una battaglia che sfiora il paradosso, che porta Nicholson quasi alla morte, ma che è impossibile perdere per entrambi, per via di un orgoglio che entrambi posseggono in egual misura. Ma quando Nicholson ottiene ciò che vuole, dà ordine ai suoi ufficiali di costruire il ponte giapponese e di farlo a regola d'arte, unicamente per poter dire che i soldati inglesi sanno costruire ponti meglio dei giapponesi. E chissenfrega se la guerra la vincono questi ultimi? Questo messaggio, lo si comprende poi da Nicholson che, a ponte finito, si affaccia su di esso mentre il sole tramonta e lo accarezza teneramente, soddisfatto del proprio lavoro perché crede, finalmente, d'aver combinato qualcosa di buono nella vita, mentre Saito lo guarda con occhi compassionevoli. E' una scena molto toccante nella sua semplicità.
Il ponte sul fiume Kwai (anche se all'inizio può sembrare), non è un film che vuole criticare i campi di prigionia giapponesi. E' un film che vuole fare a pezzi la guerra e chi la conduce. Notare, infatti, che non ci sono personaggi totalmente positivi o negativi. Il tenente colonnello Nicholson è amato dai suoi soldati ed ispira subito la simpatia del pubblico, ma quando si mette in testa di costruire il ponte, appare non meno ottuso e cocciuto di chi combatte. Saito, invece, per quanto possa apparire duro ed inflessibile, è un uomo con un ferreo (ed a suo modo nobile) codice d'onore, che non rinuncia a curare i feriti, a far regali ai prigionieri, ma che deve finire al più presto quel maledetto ponte o dovrà suicidarsi. Quelle di Nicholson e Saito sono due tradizioni radicalmente diverse, ma che alla fine si toccano. Quando poi gli angloamericani hanno l'ordine di distruggere il ponte che gli inglesi stanno costruendo tutto precipita. E la guerra sembra davvero una 'pazzia' che prescinde dai confini nazionali e che diventa una battaglia dell'uomo contro l'uomo. Ed il ponte diventa così la metafora della guerra, del genocidio e della distruzione di massa.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:3 impegno:3 tensione:3

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati