Regia di David Lean vedi scheda film
Pioggia di Oscar nel '58 per il kolossal bellico che David Lean trasse da un libro di Pierre Boulle, autore anche de "Il pianeta delle scimmie" ( non proprio un ottimista sulla natura umana, come è deducibile...), di cui ancor oggi è celeberrima la marcetta leit-motiv della colonna sonora, "Il ponte sul fiume Kwai" è un film di guerra antimilitarista che si riserba il gusto non facile di spiegare le dinamiche mentali del militarismo . Affidato a un cast robusto ed efficace di cui lo straordinario Alec Guinness, nei compunti e stracciati panni del colonnello Nicholson è la punta di diamante ( Oscar meritatissimo) , il film , in due ore e passa di proiezione, ha una forza visiva trascinante, e conduce il proprio teorema su tre piani narrativi: l'ottica ossessiva del colonnello che pur di fare al massimo il proprio dovere esegue alla perfezione gli ordini del nemico, il ruolo prima di aguzzino e successivamente di demandatore dell'alto ufficiale nipponico che presidia il campo di prigionia, e il disincantato americano che riesce ad evadere del campo per tornarvi, controvoglia, a far saltare il ponte , cruciale per i rifornimenti giapponesi. In un crescendo talmente ben congegnato da essere esemplare, il film si avvia alla sua tragica conclusione, che vedrà quasi tutti i personaggi principali morire , lasciando nello spettatore la sensazione che l'ufficiale scampato al disastro ripetente ad libitum "Pazzia!Pazzia!" abbia pienamente ragione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta