Regia di David Lean vedi scheda film
Un classico dei film di guerra, che è soprattutto un lucido racconto di un'etica del lavoro che trascende dall'appartenenza ad un fronte piuttosto che ad un altro
Classico kolossal dei film di guerra, "Il ponte sul fiume Kway" è un lucido ritratto dell'abnegazione di un gruppo di prigionieri militari inglesi nel costruire un ponte per i nemici giapponesi nell'Indocina che questi ultimi avevano appena conquistato. Tutta la celebre brutalità delle truppe nipponiche è condensata nell'incipit del film, una bellissima pagina di cinema che rende bene l'idea del disonore che colpisce il nemico che si arrende invece di combattere fino alla morte. Nella seconda parte si sviluppa invece in parallelo il racconto della costruzione del ponte e, altresì, del minuzioso piano, da parte di un manipolo di soldati americani, di farlo saltare ed infliggere un duro colpo ai giapponesi. David Lean, che con questa pellicola ottenne sette Oscar, riesce bene a descrivere orrori ed eroismo di un fronte spesso dimenticato dal cinema (almeno rispetto a quello europeo) e se tuttavia non c'è l'epica affascinante del suo successivo lavoro, "Lawrence d'Arabia" (dove tornerà Guinness come co-protagonista), il film rimane comunque un convincente ritratto non solo della guerra ma anche dell'etica del lavoro, che un soprendente finale mettera' in dura difficoltà.
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