Regia di Paul Hyett vedi scheda film
E quando pensavi che con "A Serbian Film" si fosse già visto tutto quanto di più atroce potrebbe apparire sullo schermo, ecco che arriva questa pellicola britannica (e c'è da dire che il Regno Unito non manca spesso di sorprendere in materia di horror) che riprende ambientazione balcanica e quel miscuglio malato di sesso e violenza che avevano reso così "duro" il film serbo succitato, li amalgama con spunti da "Day of the Woman/Non violentate Jennifer" e aggiunge un pizzico di quel senso di claustrofobia che ha fatto di "The Descent" (britannico anch'esso, seppur di tutt'altro sottogenere) il capolavoro che è,
Siamo in un bordello molto particolare, gestito e frequentanto da classici tipi balcanici poco raccomandabili e coinvolti in loschi affari. Il punto è che le ragazze di piacere disponibili nella casa sono prigioniere, di guerra e dei loro letti, e i tipi che vengono a divertirsi con loro non cercano solo sesso, ma un particolare tipo di sesso, mescolato a botte e umiliazioni pesanti. In questo atmosfera angosciante, resa perfettamente dalla fotografia del film e dai dialoghi radi che lasciano parlare immagini e lamenti, si aggira una mutina, anch'essa vittima di atroci delitti di guerra ma diventata la "preferita" del grande capo, che la incarica di drogare e truccare le ragazze in occasione di visitatori paganti. Il suo fisico esile le ha però permesso di trovare il modo di insinuarsi attraverso le intercapedini della grande casa e di entrare non vista nelle camere delle ragazze quando non dovrebbe trovarsi lì, finendo con lo stringere un abbozzo di amicizia con una di esse e assistendo alle atrocità perpretate su di essa dai militari in visita. Quando un bestione muscoloso, durante l'atto sessuale, picchia fino alla morte la ragazza, già conciata male dalle violenze di un precedente cliente, la fatidica goccia traboccherà dal vaso. La mutina inizierà la sua vendetta e le cose cominceranno a sfuggire di mano in modo inesorabile e rovinoso.
Un film di una violenza inaudita, perchè a mutilazioni e sbudellamenti anche più scenografici siamo ormai assuefatti fin dai tempi di "Saw" e "Hostel". Ma quando la violenza, nuda, cruda, associata al sopruso anche sessuale ci si para davanti...ha tutto un altro effetto, Perchè il contesto non è dato dal solito serial killer o da improbabili sette devote alla tortura, ma è un contesto reale, dove atrocità del genere, se non in queste precise modalità, sono avvenute davvero.
Un film che crea da subito l'atmosfera giusta e poi prende la rincorsa senza calare mai di ritmo e colpi di scena, e che, al pari di "A Serbian Film", diventa anche simbolo di qualcos'altro. Buone le prove attoriali di tutto il cast (la "mutina" in primis, sulla cui interpretazione si regge l'intero film) e finale semi-aperto: intrigante, E angosciante.
Non per tutti. Per stomaci forti. Scioccante.
Al suo primo film...chapeau, molto promettente.
molto brava nel comunicare senza parole ma solo con lo sguardo. Riesce a comunicare con l'espressione del suo viso tutta l'angoscia, la paura e i ricordi dolorosi che la segnano. Il film si regge su di lei e lei riesce a sostenerne il peso, Promettente.
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