Regia di Gregg Godfrey, Jeremy Rawle vedi scheda film
«Abbiamo la stessa madre, ma padri diversi». Lo dice Johnny Knoxville, star di Jackass, e sta parlando del Nitro Team. E in fondo ha ragione, perché l’unica differenza, è sempre lui a dirlo, «è che noi falliamo sempre, e lo spettatore lo sa e ride di e con noi. Se invece il numero non riesce a loro, qualcuno muore». E il documentario diretto da due dei componenti più folli del bizzarro gruppo di stuntman/acrobati/aspiranti suicidi (Gregg Godfrey e Jeremy Rawle) rende bene l’idea di questo mix di incoscienza e genialità, di follia e cameratismo. Il carisma del gruppo nasce dalla loro fisicità da cartone animato e dal fatto che ci catapultano in numeri impossibili: salti mortali, rampe che lanciano giovani uomini in triciclo da un grattacielo all’altro, acrobazie con semiarticolati e fuoristrada. E il Nitro Golf. Cos’è? Si vince se si entra con tutto il corpo, al volo e in volo, in una grande palla da golf di plastica. Dopo una capriola a una decina di metri d’altezza, ovvio. La trovata di montaggio e sceneggiatura alla base del racconto è elementare: un filmato (d’epoca? ricostruito?) con gli atleti, bambini, alle prime pazzie su due ruote e un countdown verso il grande evento dal vivo che li consacrerà, il Nitro Circus (peraltro replicato, in diretta, il 28 febbraio 2013, alla O2 Arena, con un numero da guinness visto in molte sale italiane come premessa al film). E alla fine non riesci a non amare questa banda di matti capitanati dal piacione Travis Pastrana.
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