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Il primo uomo dello spazio

Regia di Robert Day vedi scheda film

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La recensione su Il primo uomo dello spazio

di 0372
4 stelle

Ho visto Il Primo Uomo Dello Spazio con l’intento di recuperare un film senz’altro datato e quasi certamente di serie B nello specifico e ben delineato settore della fantascienza vintage. Certo è un film ingenuo, girato con poco budget, con ambientazioni scure e notturne, per aumentare il mistero e con effetti speciali, che oggi ci fanno sorridere e che, invece, a mio avviso, sottendono una notevole creatività e originalità, proprio per la scarsità dei mezzi a disposizione, che ha acuito l’inventiva.

Sono tanti i profili da segnalare: anzitutto le divise. Benchè il film sia del 1959, si sente ancora l’eco del secondo conflitto mondiale e, quindi, i protagonisti del film sono tutti militari.

Poi la figura della bella, ossia la bella Marla Landi, ex modella italo-britannica, insignita dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, per aver promosso la cultura italiana nel Regno Unito e tuttora vivente.

Poi il protagonista effettivo, ossia Marshall Thompson, attore strutturato dalla carriera, comunque, prolifica e noto curiosamente per essere stato compagno di scuola della futura Marylin Monroe.

Sicuramente classica è la poliedrica figura dello scienziato ma anche medico di chiara estrazione germanica (e non è un caso, come tutti sappiamo), interpretato dall’attore Carl Jaffe, che è stato effettivamente un attore tedesco fuggito dalla Germania come tanti altri.

Insomma, tutti gli ingredienti dei film di fantascienza di quel periodo, con la variante del classico mostro che viene dallo spazio: in questo caso, il pilota spericolato di un aereo sperimentale spaziale, dopo l’ennesima insubordinazione legata all’insaziabile desiderio di primeggiare, ritorna sulla terra trasformato radicalmente nel fisico straziato e con fattezze mostruose, insaziabilmente assetato di sangue, assassino ed inconsapevole almeno fino alle battute finali del film.

Un film per appassionati del genere, che ha contenuti stereotipati, ma che si lascia vedere se si ha la forza di mettersi gli occhiali polarizzati della risalente fantascienza di serie B.

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