Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Mario Mattoli, con l’accento sulla “o”, come si evince dai titoli di testa, inscena un film atipico, che porta sul grande schermo uno spettacolo teatrale, la classica “rivista”, in cui fa esibire tutto il meglio del parco attori italiani degli anni ‘40. Non è un film che finge di riprendere uno spettacolo teatrale (come “Il medico dei pazzi”, “Carosello napoletano” o “Un turco napoletano”), ma è un film che parte in una caserma di pompieri (del paesino di Viggiù per l’appunto) e prosegue per la maggior parte in un teatro di provincia dove si svolge lo spettacolo. La sceneggiatura non è assolutamente la cosa migliore, anzi: il film è un’accozzaglia di piccoli sketch, variamente divertenti (in tal senso si distinguono Totò e Nino Taranto), penosamente annodati intorno ad una vicenda veramente debole di contenuti. Un’altra evidente pecca è rappresentata dalle scenografie esterne al teatro (quelle che si svolgono nella caserma dei pompieri) che sembrano più “ingessate” delle riprese teatrali stesse.
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