Trama
L'anziana e famosa attrice di teatro Yoko Morimoto (Haruko Sugimura) giunge alla sua tenuta estiva di montagna, con l'intenzione di trascorrervi una decina di giorni per riprendersi dalle fatiche del lavoro. La tenuta è curata durante l'anno dall'amica Toyoko (Nobuko Otowa) e dalla figlia ventiduenne di quest'ultima, Akemi (Tomomi Seo), in procinto di sposarsi. Yoko apprende dall'amica del suicidio di Rokubei, ex carpentiere ed attuale giardiniere del cottage. Questi, prima di impiccarsi, ha fabbricata da solo la propria bara, lasciando sul coperchio una pietra raccolta in riva al piccolo corso d'acqua che scorre a poca distanza, e un'ultima, misteriosa nota, scritta sul retro di un volantino pubblicitario: "E' finita". Yoko si reca nel punto esatto in cui il sasso è stato raccolto, e raccoglie a sua volta una pietra tonda e levigata, da usarsi a tempo debito - in mancanza di spiegazioni, si presume che Rokubei avesse destinata la sua a questo scopo - per inchiodare il coperchio della propria bara. Ancora scossa dall'accaduto, l'attrice riceve una telefonata da Fujihachiro Ushikuni (Hideo Kanze), il marito dell'antica compagna di recite Tomie (Kyoko Asagiri): questa desidera rivederla, e Yoko li invita entrambi alla tenuta. Tomie vive però da cinque anni in uno stato di demenza senile, cui si alternano brevi momenti di lucidità, durante i quali ha espresso il desiderio dell'incontro, e Fujihachiro spera che il contatto con la vecchia amica la possa scuotere e far ritornare in sè.
Note
Scritto e diretto dal regista ormai ottuagenario (Shindô, classe 1912, è morto pochi giorni dopo il centesimo compleanno), il film - che alterna momenti che sfiorano il surrealismo, a momenti umoristici e ad altri tragici - ricevette parecchi premi in Giappone. Segnò anche un triste accadimento: Nobuko Otowa, la musa e moglie del regista, morì per un cancro al fegato nel Dicembre del 1994, poco dopo la fine delle riprese.
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