Regia di John Waters vedi scheda film
Polyester segna l'ingresso di John "Pink Flamingos" Waters nel cinema mainstream, pur non rinunciando ad un cast e una trama rispettosamente weird. Molto più curato nella regia e nella direzione degli interpreti dei precedenti film underground, ci offre una Divine protagonista in stato di grazia nei panni della frustrata casalinga middle-class. L'odorama card, gadget offerto al cinema per godere degli svariati effluvi disseminati in ogni sequenza, rende la sua visione un'esperienza unica ed irripetibile.
Francine Fishpaw si rifugia nell'alcol per riuscire a gestire la disastrata famiglia: marito esibizionista, proprietario di un cinema porno; figlia adolescente incinta; figlio feticista del piede e madre sadica e parassita.
Stupendamente retrò, a partire dalla canzone omnima dei titoli di testa,che accompagna l'ingresso in scena della protagonista in un improbabile tubino bianco di poliestere.
Nulla: il film è perfetto sotto ogni aspetto direbbe Mary Poppins. Da segnalare l'ultima apparizione di Edith Massey nei panni dell'amica ritardata di Franzine, che alterna l'incomprensibile parlata di Baltimoara ad estatiche esclamazioni in francese.
Divine dimostra di saper andare ben oltre le sequenze shock a base di escrementi di cane e eye-liner iniettatti in endovena dei lavori precedenti. Il travestito-feticcio di Waters si cala nella parte con inattesa grazia e naturalezza.
Waters supera i confini dell'amatorialità e ritrae con freschezza e senza troppa retorica lo squallore ben celato dagli steccati bianchi e prati curati della provincia americana.
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