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Una poltrona per due

Regia di John Landis vedi scheda film

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La recensione su Una poltrona per due

di Andreotti_Ciro
8 stelle

A Philadelphia, alle porte del Natale, una coppia di facoltosi fratelli finanzieri decide di scommettere che il manager della loro società, Louis Winthorpe, messo nelle condizioni giuste, potrebbe diventare un criminale da strada mentre allo stesso tempo prelevando dalla strada uno spiantato qualunque questi potrebbe diventare un lavoratore rispettabile.

 

Una pellicola che regolarmente ogni vigilia di Natale si abbatte sulle nostre case presentando una tesi filosofica declinata grazie alla comicità debordante di Eddy Murphy, all’epoca poco più che ventenne, con l’aiuto di Dan Aykroyd, da poco orfano del suo fratello adottivo John Belushi e che proprio di Murphy avrebbe dovuto prendere il posto: “L’uomo può essere forgiato dall’ambiente e dalle circostanze che lo coinvolgono”, così a seguito di questa tesi, da suffragare con prove, i due caratteristi, Ralph Bellamy e Don Ameche, poi a distanza di anni colpiti dalla nemesi ne “Il principe cerca moglie”, scommettono da oltre tre decadi la bellezza di un dollaro per capire se il loro protetto potrebbe tramutarsi in un criminale e se Billy Ray Valantine in un probo cittadino dedito al lavoro.

 

John Landis dimostra ancora una volta che non solamente con la demenzialità può fare sorridere, ma anche con la rilettura riadattata di un classico della letteratura americana: “Il Principe e il Povero” di Samuel Clemens, alias Mark Twain, e con l’aggiunta di un po’ di sana filosofia marxista. Il resto è comicità che attinge le proprie radici nel Saturday Night Live, all’epoca vera fucina per comici che avrebbero conquistato il mondo della risata e fra i quali appare, ma solo per una breve sequenza, quel Giancarlo Esposito amato dai fanatici di Walter White e Breaking Bad. Una pellicola quindi da vedere e da non sottovalutare, prendendola come un semplice sostitutivo in mancanza d’altro.

 

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