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Il poliziotto della brigata criminale

Regia di Henri Verneuil vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Il poliziotto della brigata criminale

di John_Nada1975
8 stelle

 


Vigoroso poliziesco d'azione violenta, “Il Poliziotto della brigata criminale” (Peur sur la Ville)('75) di Henri Verneuil si potrebbe altresì definire la versione francese di “Ispettore Callaghan: Il caso Scorpio è tuo” (Dirty Harry)('71) di Don Siegel. Tant'è che la parte più violenta dell'intero film inizia proprio con un massacro avvenuto al seguito di una rapina in banca a Asnierès, un sobborgo popolare alle porte di Parigi.

 
Il commissario Letellier (Jean Paul Belmondo in uno dei ruoli si può dire simbolo della sua intera carriera) afferra questa occasione per vendicarsi definitivamente del bandito Marcucci (Giovanni Cianfriglia!). Ma la sua attenzione viene attirata e richiesta ugualmente dalle azioni di “Minosse”/Pierre Valdeck (Adalberto Maria Merli, eccezionale in un ruolo indimenticabile tra i suoi non moltissimi ruoli al cinema, quello del criminale psicopatico alla “Scorpio”/Andrew Robinson del capolavoro di Siegel con Clint Eastwood sopra citato), come detto folle(?) killer in crociata personale contro la “liberazione sessuale”. Verneuil dirige magistralmente da quel robusto e di gran mestiere regista di film polizieschi e d'azione quale è sempre stato, mentre Belmondo che come tutti negli anni '70 aveva visto e ammirato il primo film di Clint Eastwood nei panni dell'Ispettore Harry “La Carogna” Callaghan, rifa un personaggio di poliziotto apparentemente molto simile, anche se maggiormente ironico come è nella personalità dell'istrionico Belmondo. Questa è certo la ragion d'essere principale di “Peur sur la ville”, ma non la sola perché la seconda e non meno importante fu quella di rinnovare fortemente il poliziesco francese o polàr secondo la definizione d'oltralpe, realizzando un film d'azione molto prossimo al poliziesco urbano allora in auge in Italia, ma anche vicino al film poliziesco con grandi sequenze dinamiche d'inseguimento che ebbe in “Bullitt”('68) di Peter Yates il suo capostipite, e però con pure un maggior aspetto politico(parola alla Nazzaro, che odio) all'interno dell'intero contesto della trama. “Il Poliziotto della brigata criminale” è certo uno dei film maggiormente “manifesto” della carriera di Bebèl/Belmondo negli anni '70 (tant'è che è stato scelto dallo stesso tra la cinquina dei film che 14 anni fa il Festival di Cannes proiettò nella retrospettiva a celebrazione del premio alla sua carriera); ruolo in questo film, tra i preferiti dunque della propria importante, intera filmografia, personaggio duro più di qualunque duro ma sempre fortemente improntato alla ironia pungente anche su sè stesso, fortemente individualista, apertamente entusiasta di poter compiere personalmente scene talmente pericolose “che non avrei mai voluto nessun cascatore le potesse compiere al posto mio” da intervista dell'epoca rilasciata da Belmondo stesso, o come il lungo finale d'inseguimento e d'assalto concluso sospeso ad una corda agganciata ad un elicottero sui grattacieli di Parigi, alla mitica caccia a piedi di Letellier a Minosse sui tetti del quartiere de l'Opéra e de Les Galleriès Lafayette, poi in un magazzino con centinaia di manichini donne e uomini(evidente ispirazione da "Il Bacio dell'assassino[Killer's Kiss][1955], di Stanley Kubrick) e su tutto, il doppio inseguimento a Minosse e Marcucci nella metropolitana, magistralmente tirato e ansiogeno.
“Peur sur la ville” è uno dei polizieschi francesi più affascinanti e riusciti degli anni'70 anche per questo, e perché in parte ancora attaccato ad una certa tradizione d'ambiente parigino,  già cosciente di una certa modernità -come restituiscono allo spettatore le numerose scene ambientate all'interno dell'allora da poco ultimato quartiere de La Défense, uno dei più rappresentativi del neo urbanismo parigino degli anni'70- ai bordi della Senna nel XV° arrondisemènt, magnificato dall'eccellente apporto che la nervosa composizione di Ennio Morricone, tutta in musica dissonante, gli conferisce

Film per molti aspetti una fotografia degli anni al debutto della Francia giscardiana, i primi anni in cui nelle sale parigine debuttarono i film di classificazione X, presso le quali un grande pubblico ogni mese più grande e persino “di famiglie” si pressava alle porte, per poter entrare a vedere questi film nei cinema che li proiettavano. E davanti ad uno dei quali, lo psicopatico Minosse getterà tra la folla in coda una bomba a mano, ossessionato dai manifesti raffiguranti la stella del film e del porno Pamela Sweet (grande fica interpretata dalla squinzia dello stesso Maria Merli e sorella di Stella, Germana Carnacina, la coproduzione del film fu italiana, da qui la presenza di molti attori del nostro cinema, a partire dalla brevissima partecipazione iniziale di Lea Massari e l'ottimo, citato Adalberto Maria Merli). Questo in particolare, sarà l'episodio che scatenerà la movimentatissima azione della seconda parte del film, spettacolare e prodigiosa per i tempi come action thriller, anche tipico di quel genere di film che ebbero un altissima popolarità e un elevatissimo impatto popolare nella Francia alla metà degli anni settanta. “Peur sur la ville” in tal senso epitomizza ed estremizza in maniera e modi straordinari il “crime-thriller” o come detto alla francese, il “polar” di quella decade, in cui duri poliziotti perseguivano criminali ancora più duri, e nella quale era pienamente presente una fortissima empatia verso le scene spettacolari realizzate non come oggi con veri stunts, sempre pienamente presenti oltre il plot e le interpretazioni. “Il Poliziotto della brigata criminale” è un film interamente costruito intorno alla figura di star di Belmondo, uno degli attori più popolari della storia del cinema francese, che solo con questo film in Francia attirò nelle sale l'enorme cifra di quattro milioni di spettatori. Ma di tutti gli altri thriller d'azione"seri" interpretati da “Bebèl” e successivi a questo, anche di notevolissimi e tra i primi che possano essere sicuramente citati “Lo Sparviero” (L'Alpaguèur)('76) di Philippe Labro, e “Joss il professionista” (Le Professionèl)('81) di Josè Giovanni, di tutti questi dicevo, “Peur sur la ville”è il più angoscioso e denso di un senso di grave minaccia, calibrati con ottimo mestiere dalla regia di Henri Verneuil, come detto uno dei registi francesi più variegati e talentuosi della sua generazione (vedasi ad esempio l'adrenalinico “Gli Scassinatori” (La Casse)('71) con l'eccellente coppia composta sempre da Belmondo, e da un versatile Omar Sharif, oltre che in supporto da Renato Salvatori e dal sempre carismatico Robert Hossein, che è stato e rimane uno dei titoli di quel trmpo dai più grandiosi e inventivi seppure esagerati e rocamboleschi,  inseguimenti automobilistici della storia del cinema). E anche in questo suo film le interpretazioni sono cominque tutte molto buone, perché ispirate da una sceneggiatura anch'essa molto buona e dosante alcuni tocchi da black comedy ben accresciuti dalla inquietante e suggestiva partitura di Morricone, con tutti questi elementi sarà quindi facile dedurre come mai questo impoetante action thriller francese sia così considerato non pochi uno dei più notevoli classici francesi del genere, per gli anni '70 e ancora più oggi, uno di quei film di genere che assurge alle vette dei più alti meriti tecnici, splendido esempio di film “popolare” al meglio della propria definizione, contenente molte delle più famose e impressionanti in assoluto, acrobazie compiute in prima persona da Belmondo, compresa la più adrenalinica e sensazionale di tutte, la già sopra citata esagerata ma emozionante sequenza di inseguimento a piedi sopra i vagoni di un convoglio della metropolitana lanciato ad alta velocità, uno dei più elaborati inseguimenti realizzati nella storia del cinema francese, e ancora alla già citata e impressionante caccia a piedi in cima agli altissimi tetti de Le Galleries Lafayette, straordinariamente girata e dal vero nel pieno centro di Parigi. Nel film è presente in un ruolo di completamento professionalmente svolto, il bravo Jean-Francois Balmer, come “Dallas”  un assistente di lettere e filosofia, politicizzato e odiatore di poliziotti, arrestato per errore. Strepitoso come sempre anche l'apporto di grandissimi attori francesi dalla filmografia e dal curriculum professionale da non aver niente da invidiare anche a molti attori americani, come il truffautiano quasi per eccellenza Charles “L'Uomo che amava le donne” Denner /L'Isp. Moissac, e Jean Martin/Capo Sabin, che i più ricorderanno per l'interpretazione del Gen-in pratica Massù- dei parà francesi in “La Battaglia di Algeri”('66) di Gillo Pontecorvo, e del culto sceneggiato tv anni '60 e dell'infanzia di molti, “I Compagni di Baal”... Jean Paul Belmondo realizzò personalmente tutte le sue scene d'azione comprese le più pericolose che avrebbero dovuto essere realizzate solo dagli stunts, e compresa quella in cui corre sopra i vagoni di un convoglio della metropolitana lanciato in velocità anche sopra un ponte della Senna. Mirabile sequenza d'inseguimento in evidente citazione omaggio di quella analoga e celeberrima di “The French Connection” (Il Braccio violento della legge)('71)

Belmondo realizzò personalmente quasi tutte le sue scene d'azione comprese le più pericolose che avrebbero dovuto essere realizzate solo dagli stunts, e compresa quella in cui corre sopra i vagoni di un convoglio della metropolitana lanciato in velocità anche sopra un ponte della Senna. Mirabile sequenza d'inseguimento in evidente citazione omaggio di quella analoga e celeberrima gia citata, di “The French Connection” (Il Braccio violento della legge)('71) di William Friedkin, e certamente non inferiore a quest'ultima. Per gli inseguimenti automobilistici Belmondo venne istruito come altre volte da Remy Julienne, forse il migliore stunt driver di sempre del cinema europeo, e non solo, molto attivo anche nei film italiani di genere.


Esistono varie differenti edizioni di diversa durata, di questo film. La versione europea è la più lunga rispetto alla versione U.K./Usa (conosciuta come “The Night Caller”), più corta. Però, la versione così intitolata “The Night Caller” contiene alcune scene non presenti nella più lunga versione europea. La versione Usa dura 91 minuti mentre la versione U.K. dura un minuto in meno (questo per effetto del taglio di alcuni momenti di violenza).

 

John_Nada1975

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