Regia di Ivan Reitman vedi scheda film
Simpatico poliziesco con venature di commedia, con un buon Arnold Schwarzenegger. Un paio d'ore di divertimento assicurato...
Brevi considerazioni su "Un poliziotto alle elementari" del 1990
Fa un certo effetto, vedere Arnold Schwarzenegger nelle vesti di maestro d'asilo. Diretto dal mestierante Ivan Reitman, Un poliziotto alle elementari ebbe un certo successo – tanto da meritarsi un sequel-remake qualche anno fa.
Schwarzenegger è un possente agente di polizia, incaricato di rintracciare figlio e moglie (trasferitisi in una cittadina sperduta per un programma di protezione) di un poco raccomandabile trafficante di droga. Dopo aver scoperto che i due si trovano nell'abitato di Astor, il poliziotto deve fingersi maestro elementare per "scovare" madre e figlio, non avendo foto recenti che gli permettano di riconoscerli e salvarli dall'uomo che li cerca da anni, e di testimoniare contro di lui.
Simpatico film, se non proprio memorabile comunque ben fatto e apprezzabile.
La pellicola rimane in bilico tra commediola "soft" per ragazzi e azione pura, barcollando pericolosamente, soprattutto nelle parti iniziali e finali, verso il poliziesco violento. E questo - in un'ottica di prodotto per famiglie – può essere considerato un difetto.
Una nota di merito va certamente agli attori, a cominciare dal buon vecchio Arnold, passando per la squadra femminile (le buone Penelope Miller e Pamela Reed, oltre che alla sempreverde e interessante Linda Hunt) per concludere con l'apprezzabile bambino protagonista della vicenda.
La sceneggiatura, non sempre coerente ma mai con grosse falle, regge piuttosto bene tutta la durata del film.
La regia, del cià citato Reitman non si farà certo ricordare, nè per infamia nè per lode. Sempre professionale e piuttosto piatta, manca di quel tocco di dinamicità che, tra le altre cose, avrebbe aiutato il salto di qualità, il decollo che sarebbe servito, che si aspettava, e che non è arrivato.
Apprezzabili invece le scelte riguardanti la fotografia, che regala immagini pulite e luminose.
I personaggi, per come sono stati scritti, attirano tutti la simpatia dello spettatore ma sono psicologicamente superficiali, non profondi: certamente un po' di introspezione sarebbe stata gradita.
Insomma, un poliziesco tendente alla commedia che diverte e coinvolge, riuscendo a non rinunciare alle basi dell'una e dell'altra categoria e costruendo un curioso ibrido, in generale piuttosto riuscito, per certi versi mancante, ma in grado di guadagnarsi un buon 6,5 (3 e 1/2 stelle). Sarà che a Natale siamo tutti più buoni? Forse sì, ma comunque guardatevelo...
Adoro i piaceri semplici, sono l’ultimo rifugio della gente complicata.
(Oscar Wilde)
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