Regia di Roger Spottiswoode vedi scheda film
La studentessa di medicina Alana Maxwell (Jamie Lee Curtis), viene quasi costretta dai suoi goliardici amici, a fare da esca per uno scherzo che il gruppo intende organizzare ai danni di un compagno timido ed impacciato: uno scherzo di vero cattivo gusto, al punto che la vittima, devastata dalla derisione generale che si è tirato dietro, perde il senno al punto da venir ricoverato in un ospedale psichiatrico.
Anni dopo, la compagnia di medici si laurea e, grazie all'idea di uno dei capi branco, e ai soldi di un altro di buona famiglia, decidono di noleggiare un antico treno a carbone, per svolgervi all'interno la loro festa di laurea, mentre il treno è in marcia fino alla sua destinazione.
Ma già dalla partenza, tra i ragazzi mascherati, quello con le sembianze di Groucho Marx viene orrendamente massacrato, ed un misterioso (ma non troppo) assassino sale sul convoglio con il medesimo costume, facendosi passare per il morto. da quel momento, sul treno i responsabili di quello scherzo crudele e sadico verranno tutti orrendamente uccisi, ed i sospetti di Alana, aiutata nelle strenue ricerche da un coraggioso capo treno (Ben Johnson), si dirigeranno dapprima nei confronti del bravissimo giovane illusionista scritturato come attrazione principale della serata (lo stesso è interpretato da un giovane David Copperfield, balzato alle cronache negli anni '90 non solo per la sua abilità , ma anche come consorte della top model Claudia Schiffer), fino a risalire alla incredibile verità derivante dall'increscioso scherzo orchestrato con crudeltà e scelleratezza solo qualche anno prima dal branco senza pietà.
Prima regia di Roger Spottiswoode, che si farà conoscere maggiormente l'anno successivo col solido Sotto Tiro, a cui seguiranno molti altri film più commerciali e meno ambiziosi di quest'ultimo (ma il thriller montano Sulle tracce dell'assassino, con la coppia Poitier/Berenger è un giallo di tutto rispetto forte di diverse sequenze mozzafiato), Terror Train è uno dei tanti "survival horror" in voga tra la fine dei '70 e tutto il decennio deigli '80, ed uno dei trampolini di lancio per la giovane ragazza dell'horror Jamie lee Curtis, che in quell'anno girò la sua tripletta horror completata da Non entrate in quella casa, e lo splendido Fog (The fog) di John Carpenter, già meritevole di averla fatta esordire col botto nel capolavoro intramontabile che fu Halloween, solo un paio di anni prima.
Complice l'insolita ambientazione claustrofobica, il film, pur puntando sui soliti cliché di genere, riesce a regalare una buona presa emotiva e a rivelarsi un discreto horror, godibile ancora ai giorni nostri.
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