Regia di Giuseppe Vari vedi scheda film
Diciamo subito che il cast è la cosa migliore di questo film; ma è anche l'unica positiva nel complesso: Antonio Sabato, Rik Battaglia, Luciano Pigozzi, Giampiero Albertini e Dagmar Lassander sono tutti nomi di un qualche richiamo o semplicemente affidabili, anche se il resto degli interpreti lascia un po' a desiderare. Scritto dal regista insieme a Ettore Sanzò, il film trova in quest'ultimo l'unico motivo di richiamo a Quelli della calibro 38, diretto l'anno precedente da Massimo Dallamano e alla cui sceneggiatura collaborò appunto anche Sanzò; in realtà, però, come talvolta accadeva in quegli anni di cinema quantitativamente furente (e qualitativamente scadente, spesso), il titolo è un puro pretesto che non trova alcuna ragion d'essere nella trama o nei personaggi: serve semplicemente per finalità pubblicitarie. Ma è una pubblicità ingannevole: non c'è il manipolo di atletici sbirri dalla mira impeccabile (o quasi) che aveva dato giustamente il nome alla squadra (e alla pellicola) raccontate da Dallamano; in questo caso assistiamo anzi a un poliziottesco truce, dai dialoghi piuttosto volgari, con caratterizzazioni affatto elaborate, dalla narrazione peraltro poco lineare. Vari d'altronde è sempre stato confinato nella serie Z, quantomeno come regista, ruolo che ha portato avanti fin dalla metà degli anni '50; proveniva però dal montaggio (e secondo Imdb.com partecipò anche a quello de Il bidone di Fellini, accanto a Serandrei). Bruttine anche le musiche di Coriolano Gori. 2/10.
Uno sbirro dà caccia grossa a un boss; uno alla volta raggiunge i suoi fedelissimi, finchè il malavitoso decide di prendere in ostaggio un intero asilo pieno di bambini.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta