Regia di Luigi Cozzi vedi scheda film
Una giovane coppia arriva nella sua nuova casa, ma è sera e nell'abitazione non c'è elettricità. Oltrettutto la zona è piuttosto isolata e, quando si recano dal vicino, i due scoprono il cadavere della di lui moglie. Rimane solo la fuga.
A seguito del grande successo ottenuto dalle sue prime tre pellicole, la trilogia composta da L'uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio, Dario Argento venne invitato dalla Rai a mettere in piedi la mini-serie La porta sul buio. Quattro mediometraggi della durata di un'ora ciascuno, quattro differenti registi e un'unica tematica di fondo: il terrore, naturalmente. Questo è il primo segmento, quello scritto e girato dal 'protetto' argentiano Luigi Cozzi, già co-sceneggiatore di Quattro mosche di velluto grigio. La trama è semplice, pochi sono i personaggi e l'azione è abbastanza rarefatta; tutte caratteristiche che non impediscono al regista di far montare la tensione, giocando soprattutto sull'ambientazione claustrofobica e cupa (un appartamento isolato da cui i due protagonisti non possono scappare, di notte, senza elettricità). Apprezzabile è anche il tris di interpreti centrali, composto da Aldo Reggiani, Laura Belli e Mimmo Palmara. Da segnalare il prologo in cui compare Dario Argento, a presentare il film e la serie intera. Luigi Cozzi, ancora piuttosto giovane (classe 1947), aveva già esordito dietro la macchina da presa nel 1969 con Il tunnel sotto il mondo; dopo questo lavoro televisivo, la sua seconda opera per il cinema sarà L'assassino è costretto ad uccidere ancora (1975). 5/10.
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