E se Antoine Doinel avesse avuto una mamma (ah, non era morta, dite?), ma non Balzac? Errare, senza sbagliare.
Il Senso.
Allora ci ho fatto una pensata su come fare, e ne ho analizzati parecchi di modi, e alla fine ho escogitato il piano che faceva per me. Mark Twain - le Avventure di Huckleberry Finn ( compare di Tom Sawyer ) - cap. XXXI°
“Low Tide” (2012), tra “the Passage” (2011) e “Stop the Pounding Heart” (2013) – ma intanto Roberto Minervini dal Texas si è trasferito in Louisiana ( per rimanere in tema di rimestamenti idrici : ''Beasts of the Southern Wild'' ) - fa parte del cinema più vivo degli anni Zero e Dieci : il Doc ( quasi mai Mock ) umentario di Finzione, la non-fiction novel, un postmoderno massimalista che sembra sia il solo grimaldello in grado di riconsegnarci il mondo, oggi --( ma del resto non fu il ''primo'' film un atto Herzoghiano di Documentario di Finzione, un tentativo di Ricostruzione della Realtà, rendendola più Vera del Vero, ''ingannando'' il pubblico ? "La Sortie de l'Usine Lumière" fu girato più volte ed ognuna in più versioni, e ciascuna d'esse fu preparata, provata e riprovata, e illuminata, scenografata e coreografata, e soprattutto il cortometraggio fu interpretato da ''attori non-professionisti'', gli operai stessi delle officine, che altro non fecero che mettere in scena loro stessi, consapevoli della MdP )---, per nulla egemone ma sempre scientificamente misterioso. ''Below Sea Level'' (California), ovvero : qui non siamo mai stati hippies.
Chiunque si azzardi a cercare un senso in questa narrazione verrà perseguitato a termini di legge; chiunque si azzardi a cercare una morale verrà esiliato; chiunque si azzardi a cercare una trama verrà giustiziato. Mark Twain - op. cit.
Attenzione : Spoiler ( ma in fondo è solo la Trama ). La bella estate calda. Texas di rogge e canali irrigui. Noi non sappiamo un bel niente di lui, il ragazzino assoluto protagonista. Cattura un innocuo serpente, ci gioca qualche secondo e poi lo lascia andare. Dormiveglia al sole sdraiato per terra in un campo brullo poggiando la nuca su due dollari di ghiaccio presi da un distributore automatico. Fa il bucato di casa mondando i panni sporchi dai preservativi usati del mantenuto ospite passeggero della padrona di casa sua madre, assiste ad un allenamento di rodeo ( lì in Texas è come portare fuori a pisciare il cane qui da noi ) : il sogno di ogni ragazzino, insomma. Con qualche incubo in mezzo. Altra giornata. Va a raccogliere lattine per strada e a lanciare sassi a rimbalzello sul pelo dell'acqua col suo amico adulto white trash come lui ( solo che lui non sa di esserlo, spazzatura bianca, lui è solo un ragazzino ); va a pescare, poi ad aiutare sua madre - aiuto-operatrice socio sanitaria in una clinica-ospizio per anziani ( “Non ce la faccio più!”, “Sei stronzo, è questo il tuo problema, sei stronzo!”, “Preferisco isolarmi”, “Che schifo la vecchiaia”, “Prima mangiavo a casa mia!” ) – sul posto di lavoro, e a sparare al bersaglio nei boschi con la pistola del tipo di cui sopra : il sogno di ogni ragazzino, insomma. Con qualche incubo di mezzo. Altra giornata. Rimette a posto sullo scaffale da cui l'ha preso un barattolo di zuppa-gelato da 3.90 $, alleva la sua neanide di mantide, cena da 2 dollari, più tardi il tizio di sua madre decide in un impeto d'illuminazione drogata di fargli perdere la verginità con una tipa della ghenga [ possibile sia la stessa, come probabile di no, che poco prima apparve alla vista da un uscio elargendo un pompino ad un altro tizio della suddetta stessa ghenga, manco fossimo in Colorado invece che in Texas, all'OverLook Hotel ( poco prima, un inseguimento in steady-car verso il ragazzino in bicicletta per le vie del paese ) invece che in una corea delle badlands ], ma l'uomo di casa scappa, e il tizio si fa ancora un po'. Ok, non è proprio il sogno di ogni ragazzino. Altra giornata. Acquista un pezzo di carne da 3 $ con parte del ricavato per la vendita dell'alluminio, e allo stesso macello assiste all'ammazzamento di un vitello ( scena lontana anni luce sia da Coppola che diversamente da von Trier che differentemente da Tornatore ), sparato in fronte con una doppietta : il sogno di ogni ragazzino, insomma ( per lo meno di ogni ragazzino a cui ancora non hanno regalato un iPhone 6 ). Con qualche incubo in mezzo. Altra giornata. Dopo la pioggia cattura nell'erba bassa di un campo due rospetti e ci gioca un po'. Fa sempre più caldo, c'è sempre più afa, è tempo di pool on the room, con pescetti. E materasso elastico. Farà anche caldo, ma il materasso elastico è il materasso elastico. Flaconcino della variegata scorta di pillole di mamma. Ma è la madre a cascare sul pavimento. E' un ragazzino grande, è l'uomo di casa, ma ha l'occasione di stare un poco con sua madre, come...quand'era piccolo ( adesso è grande, è l'uomo di casa ) : il sogno di ogni ragazzino, insomma. Con qualche incubo di mezzo. Altra giornata. Uguale. Altra giornata. Peggiore. Altra giornata. Peggio che uguale. Nottata. Alba.
" Bastaaa ! ".
Un film ''lirico'' ? Un film fisico. I pochi secondi della scena al calar della sera con doccia di corsa al passo dell'impianto d'irrigazione è ''poesia pura''. Dura infatti pochi secondi. Nulla accade di rilevante o sorprendente : tranne il continuo domandarsi in eterno rinnovo dello spettatore : e adesso cosa accadrà ? E questo è veramente tutto ( ciò che serve ad un film ).
Ovviamente no. Un sorso ancora.
Qui mi fermo, il film continua ancora, ma tocca a voi, adesso. Qualcuno sta gridando in giardino : “ Una lucciola ! ”. Mi sa che adesso mi alzo e corro a vedere. Sono anni che non ne vedo una. Molti credono che con la loro chimica emanino una luce calda, invece è elettrica, e fredda, come quella di una stella. Non c'entra in cazzo, ma è il sogno di ogni adulto, anche del più appagato : poter tornare ragazzino. Pur anche magari con qualche incubo in mezzo.
-- Morale 1. Quando un'infiltrazione d'acqua causata da normali piogge diventa occasione buona per lavare il pavimento, forse, ma dico forse, la famiglia che abita in quella casa ha bisogno di cure ed attenzioni particolari. Forse. Ma forse no. Forse è solo la vita che scorre incedendo un suo ritmo. Ping-ping-ping-peng-pong, fanno le gocce di pioggia divenuta ristagno cadenti nel secchio dal soffitto lacrimante raccolte spostato a distanza di mezzo tono per volta. Forse. -- Morale 2. “Vai fuori 'stasera?” “Si” “Tornerai per cena?” “Noo. Nel frigo c'è qualcosa?” “Si, credo di si” “Bene, allora pensaci da solo” “Si mamma” Preso com'è lo spettatore dal creare il fuori campo stimolato in questo dalla fluidità del racconto...ci si accorge solo ad un certo punto, a dialogo oramai inoltrato, di chi è che effettivamente sta parlando a chi : il figlio alla madre o la madre al figlio...
E' come se i Dardenne (pedinamento) e Larry Clark da una parte e Harmony Korine e F.Wiseman ( movimenti di macchina di 180° andata e ritorno ) dall'altra si fossero scontrati frontalmente tra loro, e le risultanze superstiti e fuse dei due incroci si fossero date appuntamento per una resa dei conti/incorporazione finale...sotto l'arbitrato di W.Herzog, S.Soderbergh (Bubble) e T.Malick.
Scritto, co-prodotto e diretto da Roberto Minervini ( che possiede anche il buon senso e la modestia di titolare : “un film diretto da” e non “'un film di'”, anche se in questo caso ci stava, oh si ). -- il Ragazzo : Daniel Blanchard -- la Madre : Melissa McKinney -- il Tizio : Vernon Wilbanks Direttore della Fotografia – Operatore : Diego Romero Suarez-Llanos Montaggio : Marie-Hélène Dozo Sound Designer / Sound Editor : Tom Gambale Sound re-recording mixer : Thomas Gauder
Così me ne sono andato, diretto verso l'interno. […] Avevo visto abbastanza e non ne volevo più sapere. /// Questa volta non mi fregano. Huckleberry Finn - op. cit.
Low Tide. On the Beach. This is the Sea. Breaking the Waves. Non è lo sgocciolare di un'infiltrazione, questo è il riflusso, è la risacca.
L'Amerca è quella "sporca e cattiva" di molte pellicole indipendenti, l’occhio è quello di un regista come Minervini, capace di riprendere "semplicemente" ciò che accade e di registrarlo senza ghirigori. Non ha bisogno insomma di molte parole per i suoi racconti, basta la mobilità della cinepresa, i movimenti di macchina, i dettagli, gli sguardi, i corpi e la capacità che ha di rimanere sempre alla giusta distanza, quella che gli permette di cogliere in uno sguardo l’essenza dei turbamenti emotivi che muovono le azioni del suo protagonista, costretto a fare i conti con un mondo - l'unico che conosce - dove alcool e stanchezza creano insormontabili barriere fra gli individui e lo isolano così dentro alla sua solitudine. Il raggazzo bussa a molte porte, ma non trova risposte poichè al di là di quelle ci sono solo persone - madre compresa - incapaci di comprendere le sue esigenze di "comunicare". La frizione esistente fra il caos che invade la vita familiare e i ritmi ordinati della realtà fisica fanno il resto. La sensibilità di Minervini per il mondo infantile e adolescente è grandissima, e quello che produce, è un cinema alla spasmodica ricerca dell’America più vera, che si arrabatta fra le briciole del “sogno americano” che fu. Non è insomma un caso che nonostante gli si attribuiscano parentele (cinematografiche) e riferimenti altrettanto blasonati, ribadisca sempre con assoluta fierezza e convinzione che il regista per lui più importante è stato e rimane Pasolini.
Il Regista che ha nella testa il Regista, il Regista che ha negli occhi il Regista mentre scrive, dirige e monta, spesso non coincide col Regista che alla fine ricevono gli spettatori mentre assistono al film del Regista ( sul piano prettamente formale e tecnico ho riscontrato un'altra maniera fisica e d'indagine sulla realtà – pur sempre, alla radice, destabilizzante : al cuore di tutto poi c'è l'intenzione primaria, e quella c'è tutta, siano essi P.P.Pasolini, M.Twain o J.Agee/W.Evans ) : girare con PPP in testa e negli occhi non può che fare bene.
Come sempre ci salva PPP stesso, con una ''celebre'' dichiarazione : “ Ma il Mantegna non c'entra affatto, affatto! Ah, Longhi [ storico dell'arte, docente a Bologna dove insegnò a Pasolini ], intervenga lei, spieghi lei, come non basta mettere una figura di scorcio e guardarla con le piante dei piedi in primo piano per parlare di influenza mantegnesca! Ma non hanno occhi questi critici? Non vedono che bianco e nero, così essenziali e fortemente chiaroscurati della cella grigia dove Ettore (canottiera bianca e faccia scura) è disteso sul letto di contenzione, richiama pittori vissuti ed operanti molti decenni prima del Mantegna? O che, se mai, si potrebbe parlare di un’assurda e squisita mistione tra Masaccio e Caravaggio? ” :
da "Vie Nuove" dell'Ottobre 1962 ( parlando di "Mamma Roma" ).
Un caro saluto, Valerio, e grazie per il bell'intervento e sempre graditissimo passaggio.
Non vedo l'ora...di trovare il tempo e l'occasione per assistere almeno a “Stop the Pounding Heart”.
non che se la capissero in molti sarebbe un problema per me, ma se per te è meglio mi adeguo- Vecchia scuola "opinioni" , leggo sopra? Ognuno ha vecchie scuole alle spalle, io ho sempre detto "recensioni", anche in tempi in cui mi avrebbero volentieri lapidato per questo. Poi, per carità, ci sono opinioni e recensioni, a ciascuno il suo
La sperequazione tra pubblico e privato è ciò che tiene in piedi il mondo : "Low Tide" e "Ana Arabia" ( in maniera opposta, l'uno con un urlo ragazzino, l'altro con molte parole, ma mai tutte ) non parlano anche di questo ?
Op./Rec. : non è un giudizio di valore, anzi : non è un giudizio, ma una definizione di campo.
Todo modo ( para buscar la voluntad divina, per pecunia o per passione ), per fortuna quasi mai il contenuto lo stabilisce il contenitore.
Registrato domenica sera per avvicinarmi al cinema di Minervini di cui per ora non ho visto nulla. Spero che prossimamente Fuori Orario mandi in onda anche gli altri due film di un regista che pare molto promettente. Ottima opinione. Un caro saluto Matteo
Vale anche per me : è la sua prima opera completa ( purtroppo doppiata ) che vedo. E sento.
Penso possano esserci buone probabilità che fuoriorario trasmetta anche le altre due opere, piuttosto che no.
Non ho (ancora) spulciato in giro cercando s-caricamenti vari e possibili, ne approfitto però per ri-segnalare qui in cima il link di RaiRepaly : http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2014-09-08&ch=3&v=413051&vd=2014-09-08&vc=3#day=2014-09-08&ch=3&v=413051&vd=2014-09-08&vc=3
Sarà accessibile ancora per 2/3 giorni, chi ha un attimo di dimestichezza con le oscure segrete pratiche dello smanettamento internettaro ( che rende ciechi solo se si utilizzano schermi inferiori ai 15 pollici a una distanza di un palmo dal naso ) potrà...omissis...
Noto con piacere che anche tu sei della mia stessa vecchia scuola : ''opinioni'' ;-)
Ciao e grazie del passaggio, Stefano.
Faccio ammenda ma I dannati è il primo film di Minervini appena visto. La tua recensione e il bel commento di Valerio mi aiutano a capire questo regista che, tra i titoli di coda, risulta anche operatore. Una visione spettrale, una magnifica immersione nel non senso, non solo della guerra, di tutto. Ora ci devo pensare su, da due settimane e più non andavo al cinema, credevo di non farlo mai più, ma I dannati serve a riconciliarsi. A presto
Ne ho visto solo il trailer e me ne sono già "innamorato" (quando ne avrò sbobinato tutti i quasi 90 minuti saprò se il coup de foudre aveva un senso).
Giusto per fare un superfluo paragone aleatorio: la sensazione, a pelle, è andata ipso facto a "Meek's Cutoff".
[Ovviamente il criticucolo triboccocluto mattiasantorico nell'anima (c'è il rischio che otto e mezzo possa corrispondere al Q.I.?), uno degli elementi più pestiferi (cinematograficamente parlando, eh) di filmtivvù, gli ha subito vomitato addosso un bel 4.]
"Credevo di non farlo mai più." Mi sono perso qualcosa? Ti scrivo in pvt, ciao!
Cerco di tecuperarlo ma non smanetto abbastanza bene, anzi non ci provo neanche. A parte questo si, il pensiero a Meek’s Cutoff ci va, ma questo supera ogni limite, vedrai. Perché pensavo di non andare più al cinema? Perché sono stufa di ciofeke, dopo Anselm non trovavo più niente all’ altezza, fino a oggi. E chissà quando ricapiterà, vedere al cinema è l’unica, su Ma o iPad alla fine mi rimbambisce
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L'Amerca è quella "sporca e cattiva" di molte pellicole indipendenti, l’occhio è quello di un regista come Minervini, capace di riprendere "semplicemente" ciò che accade e di registrarlo senza ghirigori. Non ha bisogno insomma di molte parole per i suoi racconti, basta la mobilità della cinepresa, i movimenti di macchina, i dettagli, gli sguardi, i corpi e la capacità che ha di rimanere sempre alla giusta distanza, quella che gli permette di cogliere in uno sguardo l’essenza dei turbamenti emotivi che muovono le azioni del suo protagonista, costretto a fare i conti con un mondo - l'unico che conosce - dove alcool e stanchezza creano insormontabili barriere fra gli individui e lo isolano così dentro alla sua solitudine. Il raggazzo bussa a molte porte, ma non trova risposte poichè al di là di quelle ci sono solo persone - madre compresa - incapaci di comprendere le sue esigenze di "comunicare". La frizione esistente fra il caos che invade la vita familiare e i ritmi ordinati della realtà fisica fanno il resto. La sensibilità di Minervini per il mondo infantile e adolescente è grandissima, e quello che produce, è un cinema alla spasmodica ricerca dell’America più vera, che si arrabatta fra le briciole del “sogno americano” che fu. Non è insomma un caso che nonostante gli si attribuiscano parentele (cinematografiche) e riferimenti altrettanto blasonati, ribadisca sempre con assoluta fierezza e convinzione che il regista per lui più importante è stato e rimane Pasolini.
Il Regista che ha nella testa il Regista, il Regista che ha negli occhi il Regista mentre scrive, dirige e monta, spesso non coincide col Regista che alla fine ricevono gli spettatori mentre assistono al film del Regista ( sul piano prettamente formale e tecnico ho riscontrato un'altra maniera fisica e d'indagine sulla realtà – pur sempre, alla radice, destabilizzante : al cuore di tutto poi c'è l'intenzione primaria, e quella c'è tutta, siano essi P.P.Pasolini, M.Twain o J.Agee/W.Evans ) : girare con PPP in testa e negli occhi non può che fare bene.
Come sempre ci salva PPP stesso, con una ''celebre'' dichiarazione :
“ Ma il Mantegna non c'entra affatto, affatto! Ah, Longhi [ storico dell'arte, docente a Bologna dove insegnò a Pasolini ], intervenga lei, spieghi lei, come non basta mettere una figura di scorcio e guardarla con le piante dei piedi in primo piano per parlare di influenza mantegnesca! Ma non hanno occhi questi critici? Non vedono che bianco e nero, così essenziali e fortemente chiaroscurati della cella grigia dove Ettore (canottiera bianca e faccia scura) è disteso sul letto di contenzione, richiama pittori vissuti ed operanti molti decenni prima del Mantegna? O che, se mai, si potrebbe parlare di un’assurda e squisita mistione tra Masaccio e Caravaggio? ” :
da "Vie Nuove" dell'Ottobre 1962 ( parlando di "Mamma Roma" ).
Un caro saluto, Valerio, e grazie per il bell'intervento e sempre graditissimo passaggio.
Non vedo l'ora...di trovare il tempo e l'occasione per assistere almeno a “Stop the Pounding Heart”.
eh, sì, eravamo proprio in contemporanea ahah, ritiro l'accusa, sei in piena regola (pure col nome)
Questa la capiamo in due, meglio/bene così ! ;-)
non che se la capissero in molti sarebbe un problema per me, ma se per te è meglio mi adeguo- Vecchia scuola "opinioni" , leggo sopra? Ognuno ha vecchie scuole alle spalle, io ho sempre detto "recensioni", anche in tempi in cui mi avrebbero volentieri lapidato per questo. Poi, per carità, ci sono opinioni e recensioni, a ciascuno il suo
La sperequazione tra pubblico e privato è ciò che tiene in piedi il mondo : "Low Tide" e "Ana Arabia" ( in maniera opposta, l'uno con un urlo ragazzino, l'altro con molte parole, ma mai tutte ) non parlano anche di questo ?
Op./Rec. : non è un giudizio di valore, anzi : non è un giudizio, ma una definizione di campo.
Todo modo ( para buscar la voluntad divina, per pecunia o per passione ), per fortuna quasi mai il contenuto lo stabilisce il contenitore.
Registrato domenica sera per avvicinarmi al cinema di Minervini di cui per ora non ho visto nulla. Spero che prossimamente Fuori Orario mandi in onda anche gli altri due film di un regista che pare molto promettente. Ottima opinione. Un caro saluto Matteo
Vale anche per me : è la sua prima opera completa ( purtroppo doppiata ) che vedo. E sento.
Penso possano esserci buone probabilità che fuoriorario trasmetta anche le altre due opere, piuttosto che no.
Non ho (ancora) spulciato in giro cercando s-caricamenti vari e possibili, ne approfitto però per ri-segnalare qui in cima il link di RaiRepaly :
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2014-09-08&ch=3&v=413051&vd=2014-09-08&vc=3#day=2014-09-08&ch=3&v=413051&vd=2014-09-08&vc=3
Sarà accessibile ancora per 2/3 giorni, chi ha un attimo di dimestichezza con le oscure segrete pratiche dello smanettamento internettaro ( che rende ciechi solo se si utilizzano schermi inferiori ai 15 pollici a una distanza di un palmo dal naso ) potrà...omissis...
Noto con piacere che anche tu sei della mia stessa vecchia scuola : ''opinioni'' ;-)
Ciao e grazie del passaggio, Stefano.
Faccio ammenda ma I dannati è il primo film di Minervini appena visto. La tua recensione e il bel commento di Valerio mi aiutano a capire questo regista che, tra i titoli di coda, risulta anche operatore. Una visione spettrale, una magnifica immersione nel non senso, non solo della guerra, di tutto. Ora ci devo pensare su, da due settimane e più non andavo al cinema, credevo di non farlo mai più, ma I dannati serve a riconciliarsi. A presto
Ne ho visto solo il trailer e me ne sono già "innamorato" (quando ne avrò sbobinato tutti i quasi 90 minuti saprò se il coup de foudre aveva un senso).
Giusto per fare un superfluo paragone aleatorio: la sensazione, a pelle, è andata ipso facto a "Meek's Cutoff".
[Ovviamente il criticucolo triboccocluto mattiasantorico nell'anima (c'è il rischio che otto e mezzo possa corrispondere al Q.I.?), uno degli elementi più pestiferi (cinematograficamente parlando, eh) di filmtivvù, gli ha subito vomitato addosso un bel 4.]
"Credevo di non farlo mai più." Mi sono perso qualcosa? Ti scrivo in pvt, ciao!
P.S.
Già che sei nel mood recupera almeno "Stop the Pounding Heart"!
:-)
Cerco di tecuperarlo ma non smanetto abbastanza bene, anzi non ci provo neanche. A parte questo si, il pensiero a Meek’s Cutoff ci va, ma questo supera ogni limite, vedrai. Perché pensavo di non andare più al cinema? Perché sono stufa di ciofeke, dopo Anselm non trovavo più niente all’ altezza, fino a oggi. E chissà quando ricapiterà, vedere al cinema è l’unica, su Ma o iPad alla fine mi rimbambisce
Ah-ah, ok! Al meglio, pensavo che in Salento avessero perso tutte le copie del Canetti in magazzino in attesa della distribuzione!
;-P
;-))
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