Regia di Haifaa Al-Mansour vedi scheda film
Con la semplicità della storia (il come), la regista concentra tutto sul contesto (il cosa). E il contesto è quanto mai interessante e problematico: l'Arabia Saudita oggi e la condizione femminile in una società secolare. Così attraverso la fisicità dell'interpretazione della giovane attrice, il film colpisce e senza esagerare definisce un quadro d'inevitabile repressione esistenziale contrapposto alla capacità di reazione dell'essere umano. Reagire, ripartire, rinascere. La Biciletta Verde è stata una produzione complicata e pericolosa e non può lasciare indifferenti per come sa parlare al cuore e alla mente attirando l'attenzione con la semplicità di un racconto lineare dietro al quale si cela la complessità di una vita, di un mondo. Un mondo che sembra estraneo, addirittura alieno alla nostra cultura occidentale ma è invece così vicino e ambiguamente simile da sorprendere e inquietare allo stesso tempo. La 'doppia morale' in fondo è il grande problema contro il quale si scaglia la regista, smascherando consuetudini e ipocrisie di un sistema dove il nascondersi è un elemento fondamentale del poter 'essere'.
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E' uno di quei film, penso, che non è possibile dimenticare. Ne ho già visti parecchi, dopo, ma sono portato sempre a confrontarli con questo e debbo ammettere che mi ha lasciato dentro qualcosa di più. Se questo può essere un metro di giudizio, forse potrei anche andare al di sopra delle quattro stelle
Film difficile da dimenticare. Mi trovo meglio con i voti da 0 a 10 che con le stelle e a questa opera assegno un bel 8+. Comunque lasciando perdere queste futili precisazioni ho fatto vedere il film alle mie due bambine di 5 e 9 anni, risultato: entusiaste. Questo vale molto di più del mio 8+! Ciao e grazie
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