Regia di Haifaa Al-Mansour vedi scheda film
Il nostro titolo sposta l'attenzione sull'oggetto del desiderio, appunto 'La bicicletta verde', della piccola 'Wadjda' - titolo originale della pellicola - protagonista della storia ambientata a Riyad, capitale dell'Arabia Saudita, paese ricco di risorse naturali, come petrolio e gas naturale, ma tra i più arretrati per quanto riguarda la posizione della figura femminile all'interno della società.
Il film ha la peculiarità di essere il primo diretto in Arabia da una donna, Haifaa Al-Mansour, ed il pregio di una messa in scena molto semplice, al servizio della storia che racconta, emblematica delle contraddizioni e delle vessazioni subite dall'universo femminile, al quale vengono imposti divieti assurdi come quello di non poter guidare la macchina o addirittura di possedere una bicicletta.
Wadjda (pronunciata Wagda nella versione doppiata in italiano), una bambina di circa dieci anni, vuole a tutti costi averne una, anche sapendo di contravvenire a leggi rigide ed ottuse, e per questo, essendo molto testarda, studia per la gara di Corano che si tiene annualmente nella scuola che frequenta, rigorosamente per sole ragazze, con insegnanti e direttrici tutte di sesso femminile. Se vincerà userà il premio per acquistarne una.
La piccola Wadjda (Waad Mohammed, acerba ma già bravissima), con la sua testardaggine nel portar avanti il suo 'piano', rappresenta sia un simbolo di ribellione sia di speranza affinché la donna riesca ad emanciparsi in società che da un lato mostrano anche un discreto tenore di vita - gli interni delle case, gli abiti, gli oggetti di provenienza occidentale - ma sono ancora racchiuse in se stesse e retrogade.
Voto:7/8.
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