Regia di Alessandro Scillitani vedi scheda film
Un film che mi ha positivamente colpito,in particolare perchè offre lo spaccato di un'Italia (e del suo territorio) ai più sconosciuta. L'ottimo Rumiz, che non ha bisogno di essere incensato per i suoi puntuali spunti di riflessione o per i resoconti di viaggio (come la mitica traversata dell'Appennino in auto storica di alcuni anni fa), anche questa volta descrive puntualmente un'Italia "minore", fatta di campanili e campanilismi, di nuovi popoli che si riappropiano delle antiche usanze di quando anche noi eravamo poveri (il bagno al fiume ormai per noi "civilizzati" è diventato quasi una bestemmia....) e qualche volta si appropriano anche di qualcosa d'altro (vedere per credere..). In mezzo a questa variegata umanità il fiume scorre placido e indifferente, a volte costretto dall'uomo a tortuose vie artificiali, altre volte mortificato in argini e blocchi che ne snaturano il corso. E, mentre nei paesi dell'Est il fiume diventa volano turistico e naturalistico, da noi l'indifferenza,acuita dalla crisi, lasciano irrisolti i problemi lungo il suo corso. Scano Boa e la povertà degli anni '50 non sono certo il modello a cui tornare, ma se al posto di fiumi di cemento si fosse scelto a tempo debito un diverso utilizzo del nostro corso d'acqua principale forse ora anche il film-documentario di Rumiz avrebbe altre e più piacevoli testimonianze da trasmetterci.
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