Regia di Jacques Bral vedi scheda film
Dall'incredibile noir di Jean-Patrick Manchette Morgue Pleine (tradotto in italiano con Un mucchio di cadaveri edito da Einaudi), Jacques Bral ricava un film bruttino e confusionario. Mi piange il cuore a fare i soliti paragoni tra libro e film, ma non posso astenermi, il romanzo di Manchette è di una fenomenalità assoluta. Il suo Eugène Tarpon, ex sbirro riciclatosi come detective privato in seguito a una brutta faccenda, dardeggia sarcasmo e amarezza come come una cerbottana di cristallo. Puntuto e strafottente come la merda. C'è così tanta ironia e sprezzo delle convenzioni(/convinzioni) nelle pagine di Manchette da distruggere qualsiasi edificio pubblico della vostra ZTL.
Ora, Bral appioppa il ruolo di Tarpon a Jean-François Balmer. Cioè, non ho nulla contro costui, che è un attore rispettabile di specchiata moralità lo sanno tutti, ma Eugène Tarpon no, diosanto! Vabbè, fa niente torno al film. Tarpon è un detective privato senza clienti che, causa inoperosità, ha deciso di tornare al paese da sua madre. Manco a farlo apposta gli piomba in ufficio una donna assai piacente che gli incasina i progetti. La sua compagna di casa è stata assassinata e lei è terrorizzata. Tarpon cerca di calmarla e di convincerla a rivolgersi alla polizia, ma lei, temendo di essere accusata dell'omicidio, gli rifila una ginocchiata nelle palle e sparisce.
Da questo momento in poi non ci si capisce più una cippa o quasi: sulle tracce della donna compaiono individui poco raccomandabili che minacciano, sequestrano, stordiscono e cercano di uccidere il povero Tarpon, che si difende come può (in tutta sincerità, stante la fisionomia di Jean-François Balmer, inverosimilmente bene). Poi c'è anche Claude Chabrol nei panni di un regista di pornazzi scocciato dalla riluttanza di un'attrice a farsi sodomizzare da un cane. Che impertinenza! Comunque è strano, più parlo di 'sto film e più mi piace, sicché è meglio che mi fermi. Ciao.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta