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Terramatta - Il Novecento italiano di Vincenzo Rabito analfabeta siciliano

Regia di Costanza Quatriglio vedi scheda film

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La recensione su Terramatta - Il Novecento italiano di Vincenzo Rabito analfabeta siciliano

di supadany
7 stelle

Terramatta è un documento importante che unisce sotto lo stesso tetto aspetti (anche) in contrapposizione o quanto meno (anche) molto lontani tra loro.

Tramite un collante che ne ha vis(su)te di cotte e di crude, Costanza Quatriglio conferma di possedere uno sguardo documentarista tra i più importanti e non solo all’interno del panorama italiano.

Nato nel 1899, Vincenzo Rabito è un’analfabeta siciliano che testimonia i passaggi da lui vissuti lungo il Novecento tramite fitte pagine di parole.

Anni di boom economico e di strenua povertà, due guerre che gli hanno fatto vedere la morte da vicino nei posti più distanti in tutto e per tutto, ma anche le opportunità per lasciare la propria impronta.

E’ la voce del popolo che con onestà e ingenuità non ha certo paura di dire ciò che pensa.   

 

scena

Terramatta - Il Novecento italiano di Vincenzo Rabito analfabeta siciliano (2012): scena

 

Brillante esecuzione d’insieme di Costanza Quatriglio, se il materiale è pilastro portante, riuscire a condensare un racconto del genere in 75 minuti non era tra i lavori più semplici.

Vince l’importanza della parola e con essa implicitamente anche della lingua in questo modellata da chi non ha seguito un percorso educativo ordinario, tra contrasti e conciliazioni, tra passato e di rimando presente.

Difficile non affezionarsi vedendo in sovraimpressione ed ascoltando estrapolati del migliaio di pagine di Vincenzo Rabito, per l’uomo una vita piena (di guerre, migrazioni ed alterne fortune) che oggi ce ne vorrebbero almeno tre sommate tra loro per arrivarci se non in pari almeno vicino.

Attraversato da una sensazione di grazia, condito da ragionamenti importanti (il potere che tiene a distanza il popolo sfruttando il fattore ignoranza), argomentazioni tra le più disparate, immagini di repertorio, comunque un atto d’amore verso la vita, un diario personale che finisce per parlare un po’ a nome di tutti,

E’ sempre importante ravvivare la memoria privata e collettiva, questo documentario ci riesce con un passo sincero attraverso il Novecento delle trasformazioni, con paesaggi di ieri rivisti nell’oggi, una visione che avvicina e che si fa voler bene con estrema facilità.

Fruttuoso.

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