Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
Los Angeles. Un giovane agente del F.B.I., Johnny Utah, è messo in squadra con il più anziano Angelo. Hanno l'incarico di indagare su una misteriosa banda di rapinatori di banche, i quali agiscono senza uccidere, in soli novanta secondi e con il volto coperto da maschere di ex-presidenti americani. Alcuni indizi inducono i due investigatori ad ritenere che i banditi siano praticanti di surf. Pertanto Johnny s'infiltra nell'ambiente. Stringe un legame - ed avvia una relazione - con la disillusa Tyler; fa amicizia con Bodhi ed il suo gruppo di amici. Dopo aver seguito una pista sbagliata, Johnny intuisce che la banda è composta dai suoi nuovi conoscenti. Nel momento in cui l'agente "scopre le carte", lo fa anche Bodhi, il quale vorrebbe fuggire, procurandosi un buon vantaggio e la certezza di non essere inseguito. La vicenda, benchè poco realistica, è avvincente e ricca di colpi di scena. L'elemento più interessante è la sorta di duello che i due protagonisti ingaggiano, le cui dinamiche sono imposte tanto dai caratteri dei singoli, quanto dal particolare rapporto che li lega. Bodhi, infatti, non è un comune ladro. Personaggio carismatico, in grado di dominare i suoi complici, dotato di notevole intelligenza, colloca sè stesso all'esterno del "sistema". Quasi ispirato da un istinto primordiale, si procura risorse trandole proprio da quel sistema cui non riconosce valore, prendendosene gioco, ma non mancando mai di rispetto a valori fondamentali, quali la tutela della vita umana - finchè può, evita gli spargimenti di sangue - o la fedeltà alla parola data. Questo spessore morale gli viene riconosciuto dal suo avversario, Johnny, un investigatore giovane ed ambizioso, il quale, inizialmente e con una certa ingenuità, crede di poter, per completare la missione, dominare i sentimenti. Finisce, però, per innamorarsi veramente del suo "contatto" nell'ambiente dei praticanti di surf, Tyler, che rivela fragilità e passione sotto una scorza di determinazione ed edonismo. Non stringe certamente amicizia con Bodhi, ma lo rispetta, e, nel concedergli una fine onorevole - non chiuso in carcere, ma in mare, sulla tavola da surf, in un'ultima, folle, cavalcata di una gigantesca onda - mostra di condividere, almeno in parte, la sua visione del mondo. E' simbolico lo sport scelto dal regista, il surf. Un'attività in grado di mettere l'uomo che lo pratica in balìa degli elementi; il rischio - e la relativa ebbrezza - aumentano in rapporto alla preparazione fisica, all'attitudine mentale, alla capacità di valutazione, agli imprevisti sempre in agguato. E' molto facile che persone avvezze a questa passione scelgano di vivere "al massimo", liberi dalle briglie della societa'. E' così tanto per la banda di trafficanti di droga inizialmente indagata da Johnny, quanto per i più etici "presidenti". Buona prova per Keanu Reeves (Johnny) e Patrick Swayze (Bodhi). In particolare quest'ultimo recita in maniera tale, da non apparire, pur essendo il "cattivo", un personaggio sgradevole. A tratti la sua prospettiva appare condivisibile; poi, vediamo quante persone muoiono in conseguenza delle sue azioni, e torniamo alla realtà. La vicenda è ambientata a Los Angeles, luogo che offre panorami eterogenei. Alle strade tipiche di una grande città si alternano larghe spiagge e contesti urbani più intimi. Ottima la colonna sonora; accompagna un film avvincente, con piacevoli sequenze di azione, intreccio poliziesco, buona caratterizzazione dei personaggi principali ed interessante studio del rapporto tra gli stessi.
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