Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
L'agente sotto copertura dell'FBI Johnny Utah (Keanu Reeves), sta ricevendo lezioni di surf da Tyler (Lori Petty), una giovane appassionata della disciplina. La donna è solo un mezzo, per giungere ad uno scopo; arrestare la banda degli ex-presidenti, che da 3 anni rapina banche ogni estate nella contea di Los Angeles.
Tale equilibrio viene rotto dalla folgorante visione di Bodhi (Patrick Swayze), nell'atto di cavalcare con varie tecniche, le onde del mare.
Non c'è superbia o egocentrismo in tale gesto, semmai la liberazione dello spirito selvaggio dell'uomo. Johnny in quell'istante dimentica tutto. La missione sotto copertura. Il ruolo di agente dell'FBI. L'ambizione di prendere al più presto il distintivo di detective per fare carriera. Il suo mondo interiore è in totale subbuglio. L'istinto lo spinge ad avvicinarsi al surfista biondo, con spirito di amicizia e non di competizione. Bodhi non si sottrae, anzi ammira la passione di quel giovane, che pur stando a fatica in piedi sulla tavola, cerca di imparare a surfare.
Bodhi è il diminutivo di "Bodhisattva". Nel Buddhismo indica una persona nello stato di illuminazione, ma nonostante ciò, rinuncia al "nirvana", per continuare la propria esistenza terrena, aiutando gli altri esseri viventi a raggiungerlo.
Pur essendo un maestro per Johnny, Bodhi non si pone mai al di sopra con aria saccente. Il guru del surf, ha tutti gli attributi maschili, in grado di renderlo "maschio alpha", ma non scade in una sterile esibizione di spacconeria muscolare (infatti stigmatizza per questo la banda rivale capitanata da Bunker). La relazione Johnny-Bodhi risulta perfettamente paritaria.
Un forte legame di amicizia maschile, che non diviene mai machismo distruttivo. Tyler in quanto donna non comprende appieno la logica del maschio verso l'estremo e tramite lei Kathryn Bigelow smorza tensione verso una virilità ostentata, prendendola in giro con fare ironico ("c'è troppo testosterone qui"). Nonostante lo scarto di visione maschile-femminile, la donna non viene esclusa da questo mondo ed anche lei si pone in un rapporto egalitario con Johnny, come si evince dalle inquadrature a letto in cui vengono parificati.
I volti dei due collimano tra loro, sfumando nelle fattezze androgine di Keanu Reeves, aggiungendo ulteriore ambiguità e sfumature ai confini di genere.
"Point Break - Punto di Rottura" (1991), nel gergo del surf, sta ad indicare il momento in cui l'onda collima con la superficie dell'acqua. In tale istante, lo spirito dell'essere umano si libera dalle restrizioni fisiche, per abbracciare nuove forme.
La superficie acquatica non ha un'identità definita. Eternamente mutevole, come il mondo interiore dell'essere umano, diviene l'elemento ideale in cui affrontare i propri demoni, compiendo quel percorso di ricerca, che si sente necessario, ma indefinito nello scopo finale.
Bigelow conferisce un estremo dinamismo nelle immagini, disegnando spazi sconfinati, in cui la fisicità viene meno. I piani sequenza accompagnano le numerose cavalcate di onde, rendendo omaggio all'indimenticato capolavoro "Un Mercoledì da Leoni" di John Milius (1978), da cui pesca non solo la componente "legame maschile" (seppur in un'ottica meno "machista"), ma si porta dietro anche Gary Bussey, uno dei protagonisti, qui nel ruolo di Angelo Pappas, anziano professionista dell'FBI e veterano del Vietnam. Da che parte stare? La razionalità vorrebbe la fedeltà a quel lavoro di detective dell'FBI tanto agognato, che assume la forma del distintivo, ennesimo feticcio della società dei consumi odierna. Ma all'orizzonte si intravede una possibile alternativa. Quel surf, che tiene costantemente vivo lo spirito nell'uomo, eterna metafora di una vita, in cui si devono affrontare onde mutevoli di varia grandezza. Bodhi è un maestro, capace di diventare ispirazione per il prossimo, attraverso l'atto dell'azione e non il "logos" (ragionamento), quest'ultimo in realtà abbastanza vicino a sciolinature "new age". Prima attraverso il mare e poi fendendo l'aria in picchiata, Bigelow disegna un cinema immanente, dove il respiro degli elementi, dà il via alla scintilla interiore del cambiamento. Lo spirito dell’uomo - visto qui in una chiave decisamente positiva rispetto al successivo "Strange Days" (1995) -, lotta contro chi giornalmente gira in grigie bare di metallo, ovvero i corpi di coloro, che sono alienati dalla scure livellatrice della società dei consumi.
Non sempre la strada conduce ad un esito felice, ma sicuramente ha lasciato dietro di sé un possibile percorso. Muore un maestro, sorge un nuovo allievo illuminato.
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