Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
Frances ti fa venir voglia di scrivere, ma è una piccola commedia tra le tante.
Frances è giovane, ma nel mondo è fuori tempo massimo.
Frances è un po’ sgraziata per danzare, eppure è nata per danzare davvero.
Frances è un sorriso, ed un mare di parole in libertà , in mezzo all’indifferenza.
Frances corre, cade, si ferisce e sanguina.
Eppure si rialza e corre, pronta a cadere, ferirsi e sanguinare ancora.
Frances sono gli amici che , nel momento del bisogno, non si vedono mai.
Frances sono i progetti, i sogni, le velleità.
Frances è una corsa assurdamente felice, piroettando per Chinatown mentre Bowie canta “Modern Love”.
Frances è la magia di Parigi, senza che accada nulla di che.
Frances è la magnifica ossessione delle proprie speranze.
Frances è una donna di 27 anni, ma potrebbe benissimo essere un uomo di 40, e ci racconterebbe una storia simile con parole diverse.
Frances è la moneta dell’amicizia e dell’affetto, e magari di qualcosa di più, scambiata tra due sfigati. “Unica moneta valida in questo mondo in bancarotta”.
Ecco, Frances è persino una citazione da un altro film.
Eternamente fuori posto, incompleta persino sulla cassetta delle lettere, eppure basta a se stessa.
Frances è girarsi durante una festa, e fissarsi con la “tua” persona dall’altra parte della sala, e fissarsi e riconoscersi. E sorridere.
E’ tutto l’amore di cui siamo capaci, o di cui vorremmo essere capaci, verso un uomo , un’amica, un’idea.Verso il mondo, e verso la vita.
E’ il candore che ci fa risplendere, anche se tutto quanto attorno è buio.
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