Regia di Vincenzo Marra vedi scheda film
Il carcere come lo si è visto rarissimamente al cinema o in qualche servizio televisivo, ripreso con occhio iperrealista e senza dissimulare la presenza della macchina da presa. Siamo tra i detenuti della prima sezione del Reparto Adriatico del centro penitenziario di Secondigliano (Napoli). Il gemello del titolo è Raffaele Costagliola, chiamato così perché ha altri due fratelli gemelli. Sta in carcere da 12 anni e ne deve scontare ancora parecchi. Accetta la pena, non gli va giù che gli venga tolto il sesso, parla e si confida con l'umanissimo ispettore Domenico Manzi, chiede un cambio di "domicilio" per via di qualche dissapore con il suo compagno di cella e si esprime soltanto in un vernacolo strettissimo.
Prodotta con il consueto coraggio da Gianluca Arcopinto e diretta da Vincenzo Marra (Vento di terra, L'ora di punta), questa docufiction rende tangibilissimo lo squallore della vita carceraria, i suoi magri riti, la labilità delle speranze, rendendo al tempo stesso macroscopico ed evidentissimo il degrado culturale, estetico e valoriale di questi personaggi che hanno tutti una loro umanità, ma che sono cresciuti e appartengono a mondi che non hanno dato loro la minima opportunità di evolversi.
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