Jung è l'impresario delle pompe funebri dell'obitorio. Nato gobbo e lasciato da piccolo in un orfanotrofio, Jung è gravemente malato di tubercolosi e artrite acuta ma la malattia però non gli impedisce di prendersi cura dei cadaveri, di vestirli e prepararli al meglio per il loro viaggio nell'aldilà. Il suo è un lavoro nobile che giornalmente lo porta a essere l'ultimo essere vivente che in silenzio incontra i morti, in un misto di realtà e fantasia in cui i corpi senza vita si trasformano in amici e modelli per le composizioni che lui definisce opere d'arte. Adottato da piccolo da una donna che lo trattava come uno schiavo, ha col tempo sviluppato un'ossessione per il fratello adottivo in seguito divenuto donna. Per lei, è intento a preparare il suo capolavoro finale, un ultimo regalo che evidenzi il suo odio e amore.
Jung si prende amorevolmente cura dei morti, sembra volerli aiutare ad arrivare con tutta la dignità del caso all'altro mondo. Ma non può fare nulla per migliorare la vita di chi resta, che come dei mostri senza scrupoli si danno al vizio della cattiveria. Un film che riesce ad essere dolce nonostante sia percorso da una ferocia disturbante.
Presentato nella sezione "Giornate degli autori" del festival di Venezia,"The Weight" è un film assolutamente da recuperare per tematiche scomode affrontate con sguardo amaro e grottesco.Il tema principale è quello dell'emarginazione dei "diversi" o "freak",protagonista ne è Jung,impiegato in un obitorio,che ricompone i cadaveri con dovizia e maestria,quasi un rito o un "arte" che lo mantiene… leggi tutto
Gli amanti della necrofilia hanno il loro film cult: lo ha girato il sudcoreano Jeon Kuy-Hwan, che lo ha ambientato, com'è ovvio, in un obitorio. È qui che Jung (Cho Jae-hyun), gobbo e affetto da tubercolosi, si prende cura dei cadaveri, in qualsiasi condizione arrivino: se c'è da ricucirli per qualche ferita da arma da taglio, lui li ricuce, li trucca, li lava, li pulisce,… leggi tutto
Quando dimenticare già significa morire, e curarsi della morte vuol dire sottrarre la vita dalle pene dell'oblio. I corpi dei defunti stanno lì, immobili, e si fanno specchio della triste solitudine…
Gli amanti della necrofilia hanno il loro film cult: lo ha girato il sudcoreano Jeon Kuy-Hwan, che lo ha ambientato, com'è ovvio, in un obitorio. È qui che Jung (Cho Jae-hyun), gobbo e affetto da tubercolosi, si prende cura dei cadaveri, in qualsiasi condizione arrivino: se c'è da ricucirli per qualche ferita da arma da taglio, lui li ricuce, li trucca, li lava, li pulisce,…
Jung lavora e vive all'obitorio, è gobbo, deforme, malato di tubercolosi. Riceve i cadaveri, li lava dal sangue, li trucca, cerca di ridar loro la bellezza e la dignità, chiunque essi siano. Attorno si muove un mondo grottesco, freddo, svuotato di ogni cosa, zero sentimenti, semplice carne che si scopa altra carne, dove non c'è quasi differenza fra il cadavere consacrato…
Presentato nella sezione "Giornate degli autori" del festival di Venezia,"The Weight" è un film assolutamente da recuperare per tematiche scomode affrontate con sguardo amaro e grottesco.Il tema principale è quello dell'emarginazione dei "diversi" o "freak",protagonista ne è Jung,impiegato in un obitorio,che ricompone i cadaveri con dovizia e maestria,quasi un rito o un "arte" che lo mantiene…
Dopo la Settimana della Critica, Venezia 2012 svela anche i titoli delle Giornate degli Autori. Per l'Italia, unici titoli italiani in concorso sono Acciaio… segue
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Jung si prende amorevolmente cura dei morti, sembra volerli aiutare ad arrivare con tutta la dignità del caso all'altro mondo. Ma non può fare nulla per migliorare la vita di chi resta, che come dei mostri senza scrupoli si danno al vizio della cattiveria. Un film che riesce ad essere dolce nonostante sia percorso da una ferocia disturbante.
commento di Peppe Comune