Regia di Alessandro Palazzi vedi scheda film
Per il suo esordio nella regia di un lungometraggio, il regista romano Alessandro Palazzi sceglie di chiudersi negli spazi angusti (e produttivamente molto economici) di una scuola guida, e nella cornice - alle nostre latitudini, purtroppo, sempre più rassicurante - di una commedia. La trama è presto raccontata, quasi non esiste, anzi, non esiste. Rolando (Andrea De Bruyn) si ritrova a gestire assieme all’amico Sergio (Ernesto Di Stefano) l’autoscuola del padre della sua (ex) ragazza. Sono guai, questo è quanto. Quanto ai temi: le difficoltà dell’amore e la confusione sessuale, l’integrazione razziale e il precariato. Questioni messe sul piatto in maniera dozzinale grazie alla presenza di istruttori e aspiranti guidatori, scelti non a caso per parlare dell’Italia oggi. È una comicità di situazione quella di La patente, piccolissimo film che a tratti mette in imbarazzo. Ci prova la musica a riempire il vuoto costante (di idee, drammi e soluzioni), ci provano i tormentoni ricorrenti. E non bastano la regia umorale e il montaggio scattoso. Un’idea di cinema, certo, a cui comunque servirebbe l’architrave di una storia. Esempio di film indipendente alla stato puro, autoprodotto e autodistribuito, come ormai se ne vedono tanti. Il sostegno è d’obbligo, ma insomma...
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