Regia di Rino Di Silvestro vedi scheda film
Delirante ma non pessimo ....
Una ragazza crede di essere la reincarnazione di una sua ava bruciata viva due secoli prima perchè ritenuta una lupa mannara ... Un curioso film di purissima Serie C , diretto nel 1976 dal romano Rino Di Silvestro , regista specializzato nel settore . Si tratta infatti di uno strano mix in cui la sceneggiatura mescola incoerentemente quasi tutti i generi in voga in quel periodo . Si parte naturalmente dal horror ma poi si passa velocemente all' erotico ed al thriller poliziesco, per terminare infine nel rape and revenge , senza farsi mancare persino parecchie scene girate in un villaggio western !! Comunque si vede chiaramente che l' interesse principale del regista è il mostrare più scene di nudo possibile . L' unica cosa piuttosto interessante è il blando tentativo di approcciare la licantropia da un punto di vista medico quasi scientifico . Tanto che qui la protagonista ( a parte le scene oniriche ) non si trasforma mai in lupo ma ( a causa di un trauma sessuale ) diventa solo violenta e ferina nelle notti di plenilunio . Ed infatti ( se mi permettete la battuta pecoreccia ... ) la maggior paerte del pelo che si vede nel film è naturale ....
Il cast di per sè non sarebbe nemmeno terribile : a parte qualche inspiegabile apparizione di un grande attore come Tino Carraro ( !! ) , troviamo lo sfortunato austriaco Frederick Stafford ( uno che ha recitato da protagonista per Hitchcock ! ) , il palestrato romano Howard Ross ed il baffuto Elio Zamuto . La protagonista però è la ben poco nota francesina Annik Borel , generosissima nel mostrarsi come mamma l' ha fatta ma cagnesca nella recitazione . Particina godibile anche per la bella Dagmar Lassander . In definitiva , è una pellicola delirantemente trash , ma non è nemmeno bruttissima . Da 4,5 , insomma .
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