Regia di Athina Rachel Tsangari vedi scheda film
L'unico delirio possibile come ideale (biologica) prosecuzione di Innocence; come limbo ciclico - in senso anche fisiologico - in cui la femminilità si (s)forma.
Un'immagine-corpo in formazione, da educare. Un'immagine-corpo adolescenziale, irrequieta, indisciplinata (i ralenti, gli inserti d'animazione, i giochi di luce e buio, etc). Un'Immagine che, quindi, tenta di ri-educare anche lo sguardo, attraverso una sorta di necessaria diseducazione visuale, nonché filmica.
Un film spiazzante, anomalo ed inaspettato.
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