Regia di Ali Aydin vedi scheda film
La "Muffa" come ambiente e respiro d'un tempo cristallizzato,
mai cicatrizzato e chiuso in se stesso,aperto come una ferita sanguinante che trasuda dolore.
Quello di Basri è autentico,dura da 18 anni,ha trascinato nella tomba una moglie,ha inghiottito nel nulla "burocratico" un giovane figlio.
Ma la vita continua,tra i binari d'una ferrovia,a passeggiare nella solitudine d'una provincia turca,grigia e autunnale.
L'opera prima di Aydin,vincitrice a Venezia dell' "Premio De Laurentis",è un film dalla liturgia amara,controccorente e razionale,in cui predomina il gelo dell'emozione.
Basri è un uomo che tuttavia non perde le speranze,annegato dai dolori passati,non esita a redarguire il governo turco,quello che dimentica i suoi figli spariti nel nulla.
Ed è cosi che scrive lettere e petizioni,ricordando d'un figlio che "non c'è",di ritrovarne almeno un resto sul quale pregare.
L'uomo è lemblema d'un dramma Kafkiano,colpevole "d'essere vivo",di scontare il passato d'una politica repressiva e reazionaria.
La "Muffa" è quella annidata nelle ombre burocratiche,trascende negli umori dei personaggi,incastonati nella cinepresa,nella regia quadrata,rigida e razionale.
Il passato della politica è quello di chi è rimasto nell' oggi,degli sconfitti dagli ordini superiori.
La freddezza del film è palpabile,è sottrattiva nella recitazione,gode di implosioni che esplodono attraverso attacchi epilettici.
Basri è l'incarnazione d'un cittadino sommesso,alle prese con colleghi lascivi e ubriaconi,che ci lasciano le penne tranciati da un carrello ferroviario.
Basri diventa nel frangente un uomo con la "colpa" di aver omesso,aver taciuto per un "mozzo di respiro",causato dalle "blasfemie" dell'ubriacone collega.
La vita che scorre è resa dal regista Aydin un oasi silente e noiosa,scandita da prassi ripetute all'infinito,la monotonia è la centralita' d'un tempo fermo al passato.
Un passato di vergogne governative,dove un ispettore di polizia sovviene con la sua umanita' a riportare indietro gli "amati resti".
E' un approccio non facile quello col film "Muffa",entra lentamente nell'animo,scorre placidamente in flussi di memoria molto dolorosi.
Restera' una cassa di legno,statica e quadrata come il film,immobile su un tavolo,unica testimonianza d'una vita persa per colpa d'un governo violento e corrotto........Basri pero' avra' vinto la sua ricerca.....
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