Regia di Robert Luketic vedi scheda film
Prodotto tipicamente americano che fa suo un dispositivo potenzialmente assai interessante ed odierno, ma poi sembra far di tutto per renderlo omologato ad un percorso troppo accomodato il che non porta solo svantaggi, ma alla lunga principalmente risulta essere un ostacolo non aggirabile.
Adam (Liam Hemsworth) vuole fare strada nella sua azienda, ma in seguito ad una leggerenza imperdonabile viene ricattato da Nicholas Wyatt (Gary Oldman), suo datore di lavoro.
Deve intrufolarsi nell’azienda concorrente gestita da Jock Goddard (Harrison Ford) e rubare le informazioni inerenti un nuovo dispositivo in grado di sconvolgere il mercato.
Finisce così col trovarsi in un vicolo cieco, nel quale sia lui che i suoi affetti saranno sempre più in pericolo.
La prima parte ci parla di attualità; è sempre più difficile scalare le posizioni sociali per i giovani, le multinazionali sono disposte a tutto pur di assicurarsi la loro fetta di mercato e laddove possibile quella altrui.
In più, nonostante le molteplici apparenze, non ci sono buoni o cattivi, ma semplicemente modi pubblici di porsi differenti, ciò che conta è affermarsi e quando si entra nel meccanismo, qualsiasi posizione si arrivi a detenere, non si può più tornare indietro.
Senza eccellere il contesto è tratteggiato piuttosto bene e l’andamento è scorrevole comportando comunque una discreta partecipazione, purtroppo col tempo però gli equilibri si deteriorano (tranne nel rapporto padre-figlio che è una specie di contrapposizione tra ciò che erano il lavoro e l’uomo ieri ed oggi).
La carne al fuoco è un po’ abbondante, non manca la classica relazione sentimentale scomoda, alcuni passaggi cominciano a vacillare, ma soprattutto è la resa dei conti ad essere anacronistica o semplicemente per nulla aderente al panorama descritto.
La volontà di mettere tutti i cocci al loro posto in questo caso è un peccato mortale, prima di tutto perché assai distante dalla realtà più probabile e poi perché proprio sul finale si esagera smodatamente in questa direzione.
“Paranoia” si rivela essere un film di sistema, che distorce la realtà per farci uscire più sollevati, purtroppo l’effetto che ottiene è il contrario e viene subito in mente la classica affermazione “certe cose accadono solo nei film”.
D’altro canto Robert Luketic ha manifestato raramente finezza ed alte intenzioni, un po’ un peccato perché Gary Oldman riesce a fornire le sembianze dell’uomo senza scrupoli così come, seppur billando di meno, Harrison Ford ha un personaggio cucito addosso con tanto di “double face” e Liam Hemsworth si prodiga parecchio (curiosamente ha un ruolo con affinità a quello del fratello in “Blackhat” (2014)).
Una pellicola piuttosto deludente che può comunque appagare facilmente un pubblico non troppo esigente (o che crede nelle favole, o che più semplicemente le ama), però siamo in anni nei quali una dinamica come quella proposta richiederebbe una maggiore adesione alla realtà ed un taglio più corposo.
Per buona parte passabile (o anche di più), ma con alcuni peccati mortali al seguito.
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