Regia di Pablo Berger vedi scheda film
insomma, io e la moda(che speriamo non attecchisca)dei film muti in bianco e nero fatti di recente, proprio non andiamo molto d'accordo. mi sembrano delle furbate per far stravedere un pubblico curioso ma non più di tanto, frequentatore di cineclub o sale singole d'essai. non riesco a capire perchè lo si è dovuto fare muto. questa versione di biancaneve ambientata nella spagna degli anni venti l'ho trovato un pò troppo arzigogolata quasi la si volesse cammuffare da qualcos'altro e poi si decidesse di correre verso la fine per aggiungere l'importante mela avvelenata. visivamente molto bello e curato dal punto di vista tecnico della fotografia, scenografie e costumi, la biancaneve di berger è troppo impegnata a mostrare il suo lato vintage da articolo di design nuovo di zecca e di studio, antichizzato per farlo sembrare un oggetto di modernariato da mercatino domenicale. carmencita sembra nascere sotto i migliori auspici e invece una serie di disgrazie famigliari la conducono tra le braccia della matrigna cattiva, che una volta morta anche la nonna, la vuole nella villa con sè e il famosissimo padre toreto tetraplegico per un incidente col toro, solo per schiavizzarla. un gusto sadico fine a se stesso che non è nemmeno mosso dall'invidia per la bellezza della ragazza. la matrigna di berger è una stronza affamata di soldi e lusso, il cui unico sogno è quello di far comparire il suo nuovo appartamento cittadino su di una rivista di arredamento. è un personaggio importante ma vuoto senza un vero spessore di perfida figura maligna. è solo un'avida forte del suo bell'aspetto. nemmeno l'incontro coi nani, che qui diventano enanitos toreros per far divertire platee di contadini, riescono a sollevarsi da un'idea di personaggi di contorno utili solo a ricordare che si sta parlando della famosissima favola. il film ha uno scatto solo verso il finalissimo, quando diventa amaro come il frutto avvelenato che biancaneve ha addentato con voluttà. in uno spettacolo di freaks itinerante, la bella addormentata offre brividi economici per un pubblico lascivo, sotto lo sguardo innamorato e sofferente di rafita. e allora, solo in quel momento l'assenza del sonoro diffonde tutta la sua poesia mentre una lacrima scende da quegli immobili e chiusi.
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