Regia di Cecil B. DeMille vedi scheda film
Holly e Sebastian sono due trapezisti che si contendono il numero centrale di un importate spettacolo di circo equestre. Nonostante Holly sia impegnata con Brad, il capo della compagnia, il fascino del trapezista francese sembra avere la meglio sull’insicura bionda acrobata. Ma il circo è uno spettacolo rischioso: il fato e gli uomini riservano sempre sorprese…
Il mondo del circo visto da Cecil B. DeMille, che ne fa apprezzare i retroscena, ancora più interessanti rispetto a quanto si vede durante gli spettacoli aperti al pubblico. Eternamente sospeso tra documentario e film di finzione, anche per via di quella voce fuori campo invasiva e per la collaborazione del Ringling Bros. e Barnum & Bailey Circus (per un product placement ante litteram), “Il più grande spettacolo del mondo” è un film sostanzialmente monocorde. Le emozioni non mancano, e la sceneggiatura, figlia di un soggetto giustamente da Oscar, prova a creare delle alchimie decisamente interessanti, spesso riuscendoci; tuttavia l’unità di spazio e di tempo uniche fanno sembrare il tutto un po’ troppo immobile, senza i picchi necessari per farne un film realmente memorabile (esagerato l’Oscar come miglior film nell’anno di “Mezzogiorno di fuoco” e “Cantando sotto la pioggia”).
Da sottolineare alcune scelte registiche azzardate, talvolta necessarie, come il malcelato artificio di riprendere gli attori in primo piano su uno sfondo giustapposto, talvolta più evitabili, come il montaggio che (per la verità in una sola sequenza) prevede un’alternanza di figure intere e piani medi degli stessi soggetti senza intervalli di inquadratura. Nonostante le oltre due ore e mezzo di montato, inoltre, il finale è frettoloso.
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