Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
"Tutti i ragazzi si chiamano Patrick" diretto nel
1957 da Jean-Luc Godard,devo dire che non
mi è dispiaciuto.
La storia si svolge a Parigi, e racconta
che un giovane di bell’aspetto
abborda una dopo l’altra nei
giardini del Luxemburg
due studentesse,Charlotte e Véronique,
che sono coinquiline
di un appartamentino.
Entrambe accettano di rivederlo nei giorni seguenti,
e la sera a casa si raccontano con piacere l’esperienza
e si stupiscono che entrambi i giovanotti incontrati
si chiamino Patrick.
Il Cortometraggio prodotto dalla Les Films de la Pléiade,
è il 3° Lavoro di Jean-Luc Godard,che all'epoca
era ancora un critico Cinematografico e
venne visto da François Truffaut,che fece
una bella recensione sulla rivista "Cahiers du cinéma" di
questo brillante lavoro girato in 16 mm
e scritto e sceneggiato con Éric Rohmer,
altro grande regista della "Nouvelle Vague".
Infatti per essere tra i primi è molto notevole e
racconta di queste due ragazze,Charlott e Véronique,
che vivono nello stesso appartamento e nella stessa
giornata una di seguito all'altra vengono abbordate da
un donnaiolo di bella presenza, che si diverte a raccontare
bugie a raffica e le invita a cena,però lui è inconsapevole
che le due si conoscono e si fa notare per la parlantina
convincente e le tecniche per piacere alle donne.
Le scene che mi sono impresse sono
il primo abbordaggio dove l'uomo continua
a parlare a lei mentre legge e la bombarda di
parole, e anche quella girata quasi interamente a spalla
delle due ragazze che commentano
in maniera diverso che gli è accaduto e praticamente
diventa una competizione divertente.
Il Corto rigorosamente girato in bianco e nero
per questioni di costi, e incorniciato dalla
suggestiva Fotografia di Michel Latouche,
che con i movimenti di macchina del regista
ci fa entrare in quella Parigi di fine anni '60 e
l'aria che si respirava all'epoca,che si prendeva
una via di grossi cambiamenti.
Da segnalare la buona direzione del Cast
dove figurano:
Jean-Claude Brialy e le splendide Anne Collette
e Nicole Berger.
In conclusione un notevole lavoro,
per una storia semplice e brillante,
di uno dei padri della Nouvelle Vague,
che fa vedere di non essere uno qualunque
e si trovava alla vigilia del suo debutto che cambiò
il Cinema,ed è bravo a realizzare quello che
oggi è uno spaccato d'epoca, per come si respirava
allora e rapporti che si interscambiavano,
con un finale che diverte dopo che scoprono
la cosa.
Il mio voto: 6,5.
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