Regia di Franco Maresco vedi scheda film
sentito omaggio ad un grande musicista e sperimentatore che ebbe la fortuna di crescere e suonare con miti del jazz. se maresco individua nella "sfortuna"che perseguitò ninuzzu bedduzzu la sua forasticità tale da procurargli un gran numero di nemici che ancora lo ringraziano di essere nato, ma con il quale non sarebbero più stati in grado di suonare, anche la sua scellerata idea di trasferirsi in terra italica a dire del regista, non fu forse da meno. il carattere avventuroso e genialoide che lo contraddistingue, lo ha portato nel corso degli anni a trasferirsi in varie parti del mondo per conoscere la musica del luogo e infonderla nel jazz. debitore in toto di charlie parker, seppe dare un nuovo significato al clarinetto. dai bassifondi della mitica 52esima strada ad harlem, fino ai bassifondi italici, dove pare che in alcune occasioni si sia dovuto accontentare di dormire sotto i ponti. una vita dedicata completamente alla musica a suonarla e scoprirla, tralasciando anche gli affetti che ovviamente fabbisognano di lidi più sicuri e normali per crescere la prole. alla fine abbiamo di fronte un vecchietto, uno di quelli che diventano figure folkloristiche di quartieri cittadini o di piccoli centri, la cui vita assomiglierebbe più ad un mockumentary(allucinante il racconto della prima moglie sul presunto rapimento e conseguenti torture nel periodo in cui si trasferì in indonesia, da parte del governo filo comuista di sukarno)se tutto ciò non fosse meravigliosemente vero. la tipica vita bigger than life, che inevitabilmente ti logora più rapidamente perchè bruceresti da ambo i lati, vissuta nel rimpianto di vedere sparire tutte le persone che ammirava di più al mondo(sentitissimo e strappa cuore il ricordo di billie holiday).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta