Regia di Andrew Adamson vedi scheda film
Una ragazza senza amiche e un trapezista si innamorano a prima vista, ma il colpo di fulmine confonde l’artista, che precipita sulla pista. Il terreno si spalanca su una mirabile vista: un mondo di magici tendoni dove i due si inseguono a tentoni, tra scenari surreali e macchine con le ali, il loro amore si scopre senza eguali. La fiaba è così classicheggiante che si può, appunto, riassumere in rima, ma il punto di forza del film sono le performance, provenienti da diversi show del Cirque du Soleil (O, KÀ, Mystère, Viva ELVIS, CRISS ANGEL Believe, Zumanity e The Beatles LOVE). La gran parte ha echi mitici, attraversa i quattro elementi ed è accompagnata da una world music tra Africa e Oriente. Anche troppa, infatti quando si arriva al mito moderno dei variopinti supereroi, le note di Elvis sono un sospiro di sollievo, così come quelle lisergiche dei Beatles. Il 3D prodotto da Cameron magnifica la plasticità dei perfomer, ma la regia di Andrew Adamson (i primi due capitoli di Shrek e Le cronache di Narnia) è timida, a volte ravvicinata e cinematografica, più spesso distante come uno spettatore a teatro. Ne viene così quasi un lussuoso video, un greatest hits del Cirque du Soleil più che un vero e proprio film. D’altra parte non manca la meraviglia e, nell’era del digitale, è un piacere trovarsi per una volta a bocca aperta di fronte a scenografie mobili e attori acrobatici che non hanno nulla di virtuale.
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