Regia di Kat Coiro vedi scheda film
Sam (Justin Long) è un hack-writer, traducibile con "Scribacchino" a meno che non ci si volgia addentrare più nei particolari: i suoi libri sono di successo, ma in realtà gli vengono commissionati dagli Studios cinematografici che, una volta trovato un buon film di cassetta, decidono di tradurlo anche in un libro. Vagamente frustrato da questa condizione (l'incontro con la sua ex durante una presentazione del suo ultimo best-seller gli fa aprire gli occhi), e contemporaneamente ispirato da una bellissima biondina dall'ambiguo nome di Birdie (Evan Rachel Wood) che lavora al bar dove si serve abitualmente, decide di passare a scrivere la sua storia d'amore con quest'ultima. In realtà, è una storia di bugie: Sam sfrutta il profilo di Birdie trovato su un social network per plasmare se stesso a immagine e somiglianza dell'uomo ideale di Birdie.
Se (ma solo fino ad un certo punto), l'espressione imbambolata di Justin Long lo rende un simpatico "picchiatello" moderno, tutto gaffe ed imbarazzi, balbettii e imbranataggini, sbattuto tra una sonora pestata al corso di Judo e un'umiliante lezione di chitarra presa da un invasato rockettaro, l'esasperaione di questo ruolo, ma ancor più il "down" inevitabile che ha la sceneggiatura nel momento in cui Sam, una volta conquistata Birdie, capisce di essersi infilato in un vicolo cieco costretto ad impersonare un se stesso che non è, spostano il film verso una certa mediocrità, anche se conserva comunque la capacità di non annoiare, così come quella di non divertire più di tanto.
Peccato, gli spunti c'erano. Soprattutto c'era un ombroso nano gay tutto moine e battute al fulmicotone (lo strepitoso Peter Dinklage) che, preso il posto di Birdie, licenziata dal suo bar, avrebbe potuto essere inserito nella storia con maggior consistenza, magari sottraendo un po' di pellicola alle (sinceramente) melensaggini che i due protagonisti si scambiano, specie nel finale. Anche altri personaggi di contorno (il compagno di stanza di Sam e la sua ragazza) avrebbero potuto dare un taglio un po' più orchestrale e meno prigioniero di una storia tutto sommato piuttosto telefonata.
Commediola senza impegno, senza infamia e senza lode, ma comunque carina.
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