Regia di Simone Massi vedi scheda film
Della poesia di Simone Massi non ci si stanca, perché questo cinema cocciuto, artigianale, privato e resistenziale, è da difendere, da diffondere. Nuvole, mani, 8 minuti, il frutto di un lavoro minuzioso, di fogli dipinti con pastelli a olio e poi graffiati con strumenti da incisione, quadri in perenne movimento in cui si muove un uomo, in cui si smuovono memorie: lacerti di passato, di terra e di cielo, le figure del padre e della madre, i suoni della natura, il rumore delle cose, si ricompongono tra le mani del protagonista, lo stesso Simone. Che con quelle mani non fa che riprodurre, per i nostri occhi, i propri ricordi. Che qui si fanno spicchi di un arancio da sbucciare, da ridividere, da rivivere: ed è da questa madeleine che riprende forma un mondo, mentre il corpo di Simone si sveste e poi si riveste, passando dal cuore di ciò che era all’essenza di ciò che è ora. Opera al solito autobiografica, insieme onirica e terragna, Nuvole, mani è frammento soave e leggiadro della filmografia di Massi, astratto racconto morale, elogio delle cose concrete del mondo, quelle che racchiudono in sé, nel loro odore, nella loro consistenza, lo spirito dell’esistere, la sua storia, e che, tramite le sensazioni, rievocano il suo senso.
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