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Pingpong

Regia di Matthias Luthardt vedi scheda film

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La recensione su Pingpong

di solerosso82
8 stelle

L'inquietudine oppressa di quella che potrebbe sembrare una tranquilla famiglia tedesca, immersa nell'agiatezza amena di una graziosa villa circondata dalla foresta. Anna (Marion Mitterhammer), il figlio sedicenne Robert (Clemens Berg) e il marito Stephan (Falk Rockstroh), con la compagnia del cane Shubert, vivono in un equilibrio precario celato dalla maschera della normalità, infranto dall'arrivo del nipote Paul (Sebastian Urzendowsky), orfano del papà suicida, fratello di Stephan. I due cugini stringono presto una solida amicizia, rompendo la noia quotidiana delle vacanze estive con partite a ping pong e veglie notturne nei boschi, svelandosi paure e segreti. Resteranno soli con Anna per qualche giorno: lei reagisce mostrandosi inaspettatamente tenera con Peter, senza nascondere un'attrazione decisamente desueta per il ragazzo,  mostrandosi invece decisamente ferrea e insensibile con Robert, costretto suo malgrado a intraprendere la carriera musicale, isolandosi dai coetanei e trovando conforto alla depressione nell'abuso di alcol. Le gelosie interne nel trio raggiungono il culmine presto, con la complicità di Anna e di un Paul spettatore e deus ex machina di un amaro epilogo.

Luthardt confeziona un dramma familiare pessimista, di forte impatto emotivo, con il supporto degli ottimi protagonisti.

I momenti di silenzio, enfatizzati dai numerosi fermo-immagine con angolazioni spesso emblematiche su dettagli apparentemente secondari (come quello di un'ape che vola sul resto della colazione con le risate fuori campo dei protagonisti) enfatizzano la latente tensione. La camera esce solo in due rarissime occasioni fuori dalle mura della casa e del suo giardino, che costituiscono il teatro di scena architettonico ideale della vicenda. 

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