Regia di Robert Fuest vedi scheda film
Dal regista di L'abominevole Dr. Phibes, ovvero Robert Fuest, il debole e confuso horror intitolato in originale The Devil's Rain, racconta di un anziano satanista morto sul rogo secolo prima, dopo esser stato condannato dalla sua stessa setta, e che torna per vendicarsi in un presente ancora timoroso delle antiche credenze religiose sul malvagio.
Lo spirito è ossessionato dalla maledizione che non si riuscirà a cancellare finché il suo nome apparirà in un fantomatico libro nero in mano, finito nelle mani dei successori di colui che lo tradì molti anni prima.
Il cast presenta nomi di spicco che annoverano star note come Ernest Borgnine, Eddie Albert, il glorioso William Shatner di Star Trek, e il coraggioso Tom Skerritt di Alien, e persino la diva e regista Ida Lupino, qui impegnata in uno degli suoi ultimi ruoli in veste di attrice.
Tutto ha inizio presso una rurale e piccola città abbandonata nel mezzo del deserto dell'Arizona. Qui vive una setta di adoratori del demonio, il cui leader incontrastato è il mefistofelico Jonathan Corbis (un Ernest Borgnine dallo sguardo pertinentemente satanico).
La setta nasconde tra le sue reliquie un amuleto di cristallo che, secondo la leggenda, custodisce le anime prigioniere appartenute alle loro disgraziate vittime sacrificali.
Deciso a mettere le mani su un libro che contiene le identità di tutte le vittime, Corbis non esita ad ordinare il massacro della famiglia Preston, a costo di mantenere segreta l'esistenza del volume.
Scampato ad un massacro premeditato, Tom Preston (Tom Skerritt) pianifica la sua personale vendetta, che riuscirà ad ottenere dopo molteplici peripezie.
Nulla pare funzionare veramente in questo pasticcio di B-movie in cui spiace veder coinvolte star di livello come quelle citate sopra, ma a cui non si può veramente voler male.
A parte qualche immagine inquietante di volti senza occhi, pure gli effetti speciali appaiono involontariamente grotteschi e sin ridicoli, al servizio di una vicenda confusa e poco lucida che non riesce mai a suscitare interesse o sentimento di presa su un pubblico inevitabilmente indifferente.
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