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Puerto Vallarta Squeeze

Regia di Arthur Allan Seidelman vedi scheda film

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La recensione su Puerto Vallarta Squeeze

di supadany
4 stelle

VOTO : 5,5.
Film un po’ povero di dinamismo, nonostante la storia, letta così a grande linee, mi pareva alquanto invitante e la prospettiva di un duello rusticano tra due vecchie volpi dello schermo come Scott Glenn e Harvey Keitel era un brillante viatico per aspettarsi una visione di tutto rispetto.

Purtroppo però il canovaccio tende ad appassirsi più volte, non riuscendo a mantenere un’intensità, che sia essa d’azione o di sentimento, degna di nota.

Clayton Price (Scott Glenn) è un sicario con un passato tumultuoso alle spalle (Vietnam) in missione nella bellissima località di Puerto Vallarta; qui compie il suo incarico, ma qualcosa sembrerebbe andare storto e finisce sotto il mirino sia delle autorità messicane che della stessa Cia per la quale sta operando.

Così sulle sue tracce si mette anche McGrane (Harvey Keitel), mentre si fa accompagnare da Danny (Graig Wasson) e Luz (Giovanna Zacarias) per raggiungere ed attraversare la frontiera, ma questi solo in seguito capiranno cosa sta accadendo.

Sulla carta mi si prospettava un ambiguo “face to face” tra due attori di primo piano (i già citati Scott Glenn e Harvey Keitel) nel più classico degli inseguimenti per giunta in una località esotica lontana, il che solitamente non guasta.

Purtroppo il film non mantiene un ritmo all’altezza (anche se qualche sequenza discreta non manca affatto) ed è sbilanciato completamente sulla figura di Price, anche se poi la storia sa dosare alcuni elementi sentimentali, non tutti però (ad esempio la scena alla fermata dell’autobus tra Price e Luz l’ho trovata quasi pietosa), per cui il finale, un po’ scontato, lascia comunque qualche piacevole sensazione positiva.

Un po’ poco per un film artigianale che poteva essere confezionato meglio, caratterizzato da alcune approssimazioni di varia natura (estetiche, di montaggio e di concetto, ad esempio anche i sipari onirici di Price non convincono molto) che limitano l’effetto di coinvolgimento di una storia che invece, presa nelle sue coordinate basilari, non sarebbe forse fantasiosa o del tutto nuova, ma che avrebbe avuto alcune armi importanti per non annoiare (come invece a volte accade).

Un po’ fiacco.

Su Arthur Allan Seidelman

VOTO : 5,5.
Regia da mestierante un pò attempato.

Su Scott Glenn

VOTO : 6++.
Ruolo da duro un pò esagerato, ma lui è comunque credibile (non sempre il personaggio e le situazioni) e piuttosto bravo.

Su Craig Wasson

VOTO : 6.
Era da una vita che non lo incrociavo in qualche visione (o almeno non l'ho riconosciuto), ma visto il mio amore per "Omicidio a luci rosse" mi ha fatto piacere ritrovarlo, non in formissima, ma fa niente.

Su Giovanna Zacarías

VOTO : 6.
Interpretazione ordinaria, ma tutto sommato accettabile.

Su Harvey Keitel

VOTO : 6+.
Poco spazio, troppo poco per lui che avrebbe potuto dare molto di più al film.
Alla fine gli basta un sorriso sarcastico per illuminare la scena.

Su Jonathan Brandis

VOTO : 5,5.
Abbastanza anonimo.

Su Miguel Sandoval

VOTO : 6.
Mestierante che sa occupare un piccolo spazio con estrema disinvoltura.

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