Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Il britannico Boyle mi è sempre piaciuto. Il suo cinema è originale, con il suo iperrealismo e i suoi colori saturi, ma qui fallisce miseramente. Costruisce un thriller psicologico troppo pasticciato, fra ipnotismi, trance, appunto, e brandelli tarantiniani. Una noia mortale per un'ora e mezza infinita. Fra l'altro il tutto suona pure finto come un mobile dell'Ikea, nessuna passione, nessun calore. A parte Rosario Dawson, s'intende, una delle donne più belle del mondo. Ecco, vale la visione solo per lei e il suo nudo integrale. Colonna sonora elettronica invadente come un Testimone Di Geova fatto di crack. Il resto è una pericolosa involuzione, considerando pure che i suoi ultimi film avevano crepe piuttosto visibili. Da rimuover, magari con una seduta d'ipnosi.
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