Regia di José Padilha vedi scheda film
Sta andando di moda "rifare" i classici anni 80,vedi i nuovi "Karate Kid","Nightmare",e anche un classico della fantascienza dell'epoca,"Robocop" ha avuto il suo remake.La storia dell'agente Murphy,caduto in servizio e resuscitato per diventare il prototipo del nuovo poliziotto,per tre quarti automa e per uno umano,viene rivisitata seguendo inizialmente il canovaccio originale,differenziando poi via via,durante il racconto,diverse cose:per esempio,Robocop prima versione con la famiglia di Murphy non aveva possibilità di interagire,mentre qua moglie e figlioletto hanno una funzione e una presenza costanti,e il creatore del robopoliziotto,pur corrotto e discutibile,veniva assassinato in un complotto che avrebbe dovuto eliminare anche il protagonista,qua invece è una figura amichevole e in crisi di coscienza,e altre cose ancora.Soprattutto,la prima versione era molto più violenta,e più addentrata nei criteri del cyberpunk,filone fantascientifico dirompente e,quando uscì il primo film,appena esploso a ridipingere confini e canoni della science fiction,sia letteraria che cinematografica.Pur realizzando qualche buona sequenza,come quella iniziale,a Teheran,e uno scontro notturno in cui i visori termici tratteggiano l'azione,Padilha risulta di diverse lunghezze inferiore al suo predecessore Verhoeven:nel "Robocop" originale c'era un'atmosfera più truculenta,ma era un film molto più carnale e vivo,e inoltre il regista olandese sferrava unghiate sarcastiche agli USA reaganiani con verve.Qua ci si limita ad un lungometraggio ben allestito a livello spettacolare,ma che non scende mai sotto la superficie,riesplora,al limite,la questione etica su quanto si possa spingere la tecnologia perchè renda un servizio alla comunità,e non venga invece sfruttata per rendere invincibile chi detiene il Potere.Non che Peter Weller abbia avuto la carriera che prometteva,ma Joel Kinnaman offre più che altro prestanza fisica,e poco più:meglio gli esperti Oldman e Keaton,che si fronteggiano in una sfida in cui,da vecchie volpi del grande schermo,non prevaricano l'uno sull'altro,ma si accaparrano in modo naturale l'attenzione dello spettatore.
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