Regia di José Padilha vedi scheda film
Evitabile remake del bellissimo film di Paul Verhoeven.
Che sfacelo. Una delusione su ogni fronte; inutile negare che il paragone corra subito al film di Paul Verhoeven che sotterra questo remake su ogni piano. Persino l'inamidato Peter Weller funzionava meglio dello scialbissimo Joel Kinnaman ma a pesare di più è la mancanza di quelle atmosfere claustrofobiche e degradate che fecero il successo del primo capitolo, sottolineate perfettamente dalla storica colonna sonora che qui viene solo accennata. L'unico punto in cui questo film poteva vincere il confronto erano gli effetti speciali, ma anche lì a vincere è la pellicola di Verhoeven: la forza di Robocop era data dal suo essere un elemento ipertecnologico in un contesto in cui la tecnologia - per tutto il resto - era rimasta quella degli anni dell'uscita del film. Gli effetti speciali conservavano intatta questa peculiarità e questo creava un impatto molto forte sull'immaginario e un solo possibile nemico in grado di battere il poliziotto d'acciaio. Qui invece i robot li sfornano come noccioline, i talk show televisivi sono futuristici e Robocop è solo uno dei tanti robot, solo con un innesto umano. Il quale però è affidato a Joen Kinnaman, per cui è come se non ci fosse.
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