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Un giorno come tanti

Regia di Jason Reitman vedi scheda film

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La recensione su Un giorno come tanti

di supadany
7 stelle

Pur lontano dalla perfezione, “Labor day” è ulteriore conferma delle qualità di Jason Reitman, non un genio caduto dal cielo, ma un autore americano che non si adagia sugli allori (“Tra le nuvole” del 2009 gli avrebbe permesso di farlo), capace di cambiare sideralmente ogni volta storia, e componenti, rischiando sempre, scegliendo, come in questo caso, una vicenda vischiosa che a volte fatica a stare in piedi, ma che è anche capace di inaspettati regali.

Da tempo Adele (Kate Winslet) non ha nemmeno la forza di uscire di casa ed il giovane figlio Henry (Gattlin Griffith), oltre ad affrontare i problemi legati alla sua età, deve anche mettersi d’impegno in casa.

Poi un giorno si imbattono nel minaccioso Frank (Josh Brolin), evaso e ricercato che li prende in ostaggio in casa loro, ma con toni che a tratti paiono anche rassicuranti.

Tra i tre nascerà un rapporto profondo capace di andare oltre a tutti i problemi che questa convivenza forzata, e senza una pronosticabile conclusione felice, genera.

 

Kate Winslet, Josh Brolin

Un giorno come tanti (2013): Kate Winslet, Josh Brolin

 

Materiale pericoloso, raccontato con parecchie inclinazioni, che Jason Reitman gestisce prestando grande attenzione ai particolari senza paura di sbagliare o di cadere nell’implausibilità di talune azioni.

Si parla comunque di altri tempi, con tre caratteri contrassegnati con rispetto e partecipazione, una situazione perennemente in bilico, con tanta attenzione ai piccoli gesti dimenticati (oggi, così come dalla protagonista), come l’importanza che può avere un’inaspettata carezza.

Per un film che fa gran leva sui personaggi, fondamentali sono gli interpreti; menzione speciale per Kate Winslet, attrice di classe superiore che non ha paura di scegliere ruoli complicati; questo lo è per la sua natura anti-star e lei trasmette un universo di sensazioni con tanto di traslamento finale come le era già capitato in “The reader”(2008).

Possente (ascoltare la voce in originale, please) Josh Brolin alle prese con un personaggio pieno di luci ed ombre (il suo passato, visto e rivisto sotto ottiche diverse) e sorprendente anche il giovane Gattlin Griffith che in mezzo a due titani della recitazione non si fa stritolare.

Molto lungo il finale, nel quale compare anche Tobey Maguire ma si tratta di istanti, che accusa un riassuntone improvvisamente a lunga gittata, si passa da un breve arco di tempo ad anni, capace di comprimere tante emozioni, ma quello che rimane è prima di tutto il labile confine tra gioia e dolore , tra quanto la società impone e quanto il cuore ci porterebbe, giustamente o meno, ad intraprendere con tutte le forze che abbiamo in corpo.

Un film di pulsioni, di passaggi e di scene importanti così come altre appaiono poco più che accessorie, ma si respira tanto, tra sensazioni e comunque cinema in grado di guardare oltre il proprio ombelico anche quando non tutto funziona al meglio.

Sentito.

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